Spagna: approvata la riforma del settore finanziario, verrà costituita una bad bank
Il governo spagnolo ha approvato oggi la riforma del settore bancario, la quinta in tre anni. Un passo necessario per ottenere quei 100 miliardi di euro messi a disposizione dall’Unione europea a sostegno delle banche spagnole in difficoltà a causa dello scoppio della bolla immobiliare.
La riforma prevede tre diversi livelli di intervento sulla base della tipologia e dell’entità dei problemi che i singoli istituti di credito si trovano a fronteggiare. Cosa certa, e anche attesa, è che verrà costituita una bad bank, ossia un istituto in cui verranno confluiti gli asset tossici detenuti in pancia dalle banche spagnole. In particolare, secondo quanto annunciato dal vice primo ministro, Soraya Saenz de Santamaria, nella conferenza stampa congiunta con il ministro dell’Economia Luis de Guindos, al termine del Consiglio dei ministri, la bad bank dovrebbe entrare in funzione alla fine di novembre per un periodo di 10-15 anni. Non solo. In base alla nuova riforma, la Spagna si è detta pronta a tagliare ulteriormente i salari dei dirigenti delle banche che hanno ricevuto un sostegno finanziario. mentre, secondo quanto precisato dai due esponenti del governo, saranno minimizzati i costi per i contribuenti.
Intanto la pressione sale sul Paese affinchè chieda un sostegno finanziario più ampio. L’incertezza sull’evoluzione della situazione favorisce la fuga di capitali. Secondo i dati diffusi oggi dalla Banca di Spagna, durante i primi sei mesi dell’anno la fuoriuscita, in termini di prestiti, depositi, investitori nazionali e internazionali, è stata pari a 220 miliardi di euro, mentre nel primo semestre dello scorso anno le entrate erano state di 22,4 miliardi. Nel solo mese di giugno sono usciti dal Paese iberico 56,6 miliardi di euro, un dato in deciso rialzo rispetto ai 41,3 miliardi di euro fuoriusciti nel mese di maggio.