S&P 500: sotto pressione per emergenza coronavirus, le banche centrali non aiutano
Vontobel ha pubblicato la rubrica Investment Idea con un nuovo approfondimento sull’S&P 500. L’allarme rosso per il diffondersi del coronavirus, definito ufficialmente pandemia dall’OMS, ha provocato il 12 marzo la peggior seduta dal 1987 per Wall Street. I mercati, secondo Vontobel, sono stati delusi dalla decisione della BCE di non tagliare il costo del denaro. Nulla di fatto anche con la seconda mossa della Federal Reserve che portato i tassi a zero e avviato un QE da ben 700 miliardi di dollari. A seguire c’è stata l’azione coordinata delle altre maggiori banche centrali (Bank of Canada, la Bank of England, la Bank of Japan e la Swiss National Bank) che hanno iniettato maggiore liquidità nel sistema per proteggerlo il più possibile dall’emergenza coronavirus.
Secondo Vontobel, il mercato sembra stia ignorando le banche centrali cominciando a scontare una recessione globale. In scenari di stress come questi si generano però anche diverse opportunità sul mercato. I certificati d’investimento, Vontobel fa riferimento a quelli con barriera a scadenza come i Cash Collect, ci permettono in questa fase di ampia volatilità una notevole resilienza alle condizioni di mercato.
Dal punto di vista grafico, scrive Vontobel, sembra possibile una fase di rimbalzo per l’S&P 500. L’indice americano ha perso oltre il 25% in tre settimane, mentre gli indici europei hanno lasciato sul terreno oltre il 30%. Probabile dunque che l’S&P 500 veda nel medio periodo nuovi minimi. Il supporto da tenere monitorato è quello collocato a 2.500 punti, mentre al rialzo, invece, operatività di breve sul break di 2.600 punti.
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