Soluzioni per investire con mercati ribassisti
Fino ad oggi il 2022 non è stato certo un anno appagante per investitori. Sui mercati si è scatenata una sorta di tempesta perfetta con forti flessioni sia per l’azionario che per l’obbligazionario. Nei primi sei mesi dell’anno l’indice MSCI World ha ceduto quasi il 20%, così come l’S&P 500, indice guida di Wall Street, che ha registrato il peggior semestre degli ultimi 60 anni. Non è andata meglio alle obbligazioni globali: l’indice Barclays Global Aggregate è arrivato a cedere il 15% circa.
A condizionare il sentiment sono diversi fattori: dallo scoppio della guerra in Ucraina all’ulteriore accelerazione dell’inflazione. Un contesto difficile che ha spinto le principali banche centrali ad abbandonare le politiche monetarie ultra-accomodanti e intraprendere un ciclo di rialzo dei tassi di interesse. L’orientamento aggressivo della Federal Reserve e delle altre banche centrali è però andato ad acuire i timori di ricadute a livello di prospettive di crescita economica e la possibilità di una recessione è diventata molto concreta sia negli Stati Uniti che in Europa. S&P Global Ratings parla di uno scenario macro cambiato radicalmente e la sfida principale per le banche centrali sta nel fronteggiare il persistere di un’elevata inflazione senza provocare una recessione.
Difendersi dall’Orso
Allora quali le possibili soluzioni per investire i soldi nel 2022? L’alta avversione al rischio che caratterizza questi momenti può portare a impostare un portafoglio d’investimento eccessivamente prudente. Questo può essere controproducente nel lungo periodo in quanto rischia di ridurre i rendimenti potenziali e compromettere l’obiettivo di crescita del capitale e di protezione dall’inflazione, che proprio in questo 2022 sta erodendo il potere d’acquisto dei risparmiatori. Se si vogliono raggiungere dei risultati bisogna esporsi al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che il proprio investimento vada temporaneamente in negativo.
Durante un rallentamento economico è normale che il mercato azionario abbia dei periodi negativi, che però hanno una durata limitata nel tempo. In passato l’S&P 500 è entrato in Bear Market ben 17 volte e dai dati raccolti da CFRA Research le fasi ribassiste del mercato sono durate in media poco meno di un anno (11,7 mesi) con cali medi del 27% circa.
Gli investitori dovrebbero quindi cercare di mantenere i nervi saldi e fare delle scelte non dettate dall’emotività del momento. Warren Buffett, da molti considerato l’investitore di maggior successo di tutti i tempi, ha più volte esortato a non cedere alla paura durante il caos dei mercati. Il panic-selling può infatti essere costoso e privare gli investitori dei rendimenti a lungo termine. Investitori value come Buffett vedono invece i periodi di preoccupazione e incertezza come opportunità per comprare azioni a valutazioni basse.
Concentrarsi sul lungo termine significa continuare a rimanere investi o incrementare, anche quando i mercati sono intonati al ribasso. Anche perché statisticamente alle correzioni di mercato hanno sempre fatto seguito importanti fasi di rialzo dell’azionario.
Per quanto riguarda l’allocazione del portafoglio d’investimento, la prospettiva di una recessione si traduce nella ricerca di protezione affidandosi ad esempio al mercato monetario o a titoli di Stato con elevata liquidità e scadenze brevi. Sull’azionario, invece, in periodi incerti come quello attuale si possono privilegiare quei settori che generalmente si comportano meglio del mercato in fasi di rallentamento o contrazione dell’attività economica. Sono i cosiddetti titoli difensivi o non ciclici – come quelli del settore utility e farmaceutici – che tendono ad avere una solida domanda e quindi guadagni e dividendi stabili anche durante un contesto economico avverso.
La virtù della diversificazione
Un altro pilastro delle scelte d’investimento è un’adeguata diversificazione del portafoglio puntando anche su strumenti quali gli ETF che permettono di prendere posizione su centinaia di titoli azionari o obbligazioni, in modo da diversificare ampiamente il rischio e proteggere i risparmi da eventuali difficoltà di una singola società o di un emittente.
Il fulcro della diversificazione consiste anche nell’avere il portafoglio distribuito tra le varie asset class, comprendendo quindi azioni, obbligazioni, contanti e attività alternative. Che tipo di peso dare in portafoglio alle singole asset class dipende dalla tolleranza al rischio, dagli obiettivi che si anno e dall’orizzonte temporale dell’investimento.