Sol calante per il Giappone, crescita a rischio e Borsa fiacca
La parola recessione comincia ad aleggiare minacciosa anche tra gli operatori dagli occhi a mandorla. I timori che gli effetti della recessione che potrebbe colpire gli Stati Uniti abbiano forti riflessi sull’economia giapponese si sono acuiti negli ultimi giorni, di pari passo con la sempre maggiore propensione a ritenere uno scenario recessivo negli Usa sempre più probabile.
E la Borsa di Tokyo sembra essere ben conscia del rischio che corre il paese del Sol Levante. L’equity nipponico sta infatti proseguendo nel suo trend negativo in questi primi scorci di 2008 dopo aver chiuso il 2007 segnalandosi come fanalino di coda tra i maggiori listini mondiali con una flessione che negli ultimi 12 mesi arriva a superare i 18 punti percentuali dopo l’avvio di 2008 in forte affanno. Il Nikkei 225, indice di riferimento della Borsa nipponica, ha aperto l’anno con un eclatante -4% nella prima giornata borsistica e nelle ultime due sedute di quest’ottava ha aggiornato i minimi degli ultimi 2 anni sui timori di contagio recessivo della propria economia, legata a doppio filo con quella statunitense.
A intensificare le nubi all’orizzonte sono stati gli esperti di Goldman Sachs che hanno tagliato le loro previsioni di crescita per l’economia nipponica e soprattutto hanno rimarcato come la prospettiva di una nuova recessione del Giappone non è da escludere. “La probabilità di una recessione in Giappone è aumentata a livelli pericolosi”, ha sentenziato il capo analista di Goldman, Tetsufumi Yamakawa. Prospettive poco rosee che si sono subito riflesse in forti ribassi per la borsa di Tokyo nella seduta di giovedì. Per il 2008 la casa d’affari statunitense prevede comunque una crescita del pil nell’ordine dell’1% rispetto al precedente +1,2%.