Notizie Notizie Mondo La Bce teme l’inflazione, i tassi restano fermi

La Bce teme l’inflazione, i tassi restano fermi

10 Gennaio 2008 13:32

Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha lasciato invariato il tasso di rifinanziamento pronti contro termine al 4%, lasciando immutato rispettivamente al 3 e al 5% il tasso sui depositi e il tasso marginale. Il tasso resta dunque al livello a cui era stato portato lo scorso 6 giugno. Si tratta di una decisione pienamente in linea con le attese di consensus di mercato, che ad oggi si attende tassi fermi fino alla metà del 2008. Lo stesso tipo di misura è stato adottato, in maniera meno scontata, anche dalla Bank of England che ha mantenuto i tassi di riferimento al 5,5%. Parte degli operatori si aspettava infatti che  la banca centrale inglese avrebbe potuto varare anche una riduzione di 25 punti base. Alle 14.30 ha preso il via la conferenza stampa del presidente della Bce, Jean Claude Trichet, che ha confermato la priorità dell’obiettivo di garantire il contenimento dell’inflazione pur in un contesto di rallentamento della crescita. “I dati che vediamo sono di crescita forte anche se in rallentamento – ha detto Trichet – è una situazione delicata ma dobbiamo garantire la stabilità dei prezzi”. Il messaggio ha dunque deluso quanti si aspettavano un’apertura un’apertura verso un taglio dei tassi. Trichet ha anzi messo l’accento sul fatto che la Bce è preparata ad agire preventivamente per evitare rischi alla stabilità dei prezzi. Affermazioni che secondo il parere di un’analista raccolto da Finanza.com lascerebbero spazio sufficiente per aspettarsi tassi più alti per un periodo di tempo più prolungato. Sulle considerazioni di Trichet e dei membri del Consiglio hanno dunque prevalso gli effetti dei recenti record del petrolio e l’ascesa dei prezzi agricoli.

 

Gli appuntamenti della giornata non sono però terminati. Alle 19.00 partirà infatti una conferenza del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, sulle prospettive dell’economia. “L’intervento di Bernanke – spiegano oggi dall’ufficio studi di Intesa Sanpaolo – potrebbe segnalare uno spostamento delle priorità della banca centrale verso i rischi sulla crescita dopo i dati negativi di ISM ed employment report. Un’indicazione di questo genere darebbe l’avvallo all’aspettativa di un taglio dei tassi di 50 pb a fine gennaio”. Intanto ieri un sostegno al mercato è venuto da un discorso del presidente della Fed di St Louis, William Poole, secondo cui è “troppo presto per dire se i problemi del settore immobiliare spingeranno l’economia in recessione” e ci saranno possibilità di correggere i tassi successivamente, al termine di interventi che possano rivelarsi non più necessari, lasciando intendere il proprio favore a tagli più aggressivi nel breve termine.

 

(notizia aggiornata alle ore 17.00)