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I sistemi di trading automatico nel mirino della Sec

29 Luglio 2009 12:57

Anche il Financial Times interviene oggi nel dibattito avviato da qualche settimana dalla stampa Usa sui problemi di trasparenza legati ai sistemi di trading automatici, i cosiddetti high-frequency trading (Htf).
Gli Htf, gestiti da hedge fund e banche d’affari, prevedono l’esecuzione automatizzata di milioni di ordini di compravendita quasi in contemporanea sui diversi mercati finanziari (azioni, derivati, materie prime, etc.). Questi scambi avvengono nel giro di frazioni di secondo rendendosi di fatto invisibili alla maggior parte degli operatori che denunciano l’esistenza di “dark room” all’interno dei sistemi di scambio organizzati. Si tratterebbe di circuiti di negoziazione paralleli all’interno delle borse Usa costituiti dall’insieme degli scambi realizzati dai sistemi di trading automatico.


Un caso venuto alla luce dopo l’arresto da parte dell’Fbi di Sergey Aleynikov, l’ex programmatore di Goldman Sachs che avrebbe sottratto i codici del sistema di trading utilizzato dal colosso di Wall Street per l’esecuzione rapidissima di strategie di trading.


Gli Htf sono nati nel 1998 quando la Securities and Exchange Commission (Sec) autorizzò gli scambi elettronici, con l’obiettivo di aprire i mercati al trading on-line e garantire così maggiore liquidità ai mercati. Grazie ai progressi della tecnologia è possibile adesso fare milioni di transazioni al secondo, intercettare tendenze prima degli altri e cambiare strategie molto più velocemente che in passato. L’aumento degli scambi generati in automatico da questi programmi è elevatissimo. Secondo i dati forniti dal New York Stock Exchange il volume medio giornaliero è cresciuto dal 2005 del 164 per cento.


La stampa Usa ha evidenziato anche che i maghi dell’high frequency godono di privilegi su alcuni mercati, ad esempio sul Nasdaq, dove possono gettare uno sguardo, per 0,03 secondi, alle transazioni prima di altri.

Secondo alcuni esperti i nuovi algoritmi si prestano all’inganno sfruttando le zone grigie delle regole. Mettono alla prova le quotazioni con ordini intenzionalmente fasulli e impossibili da rintracciare spingendo così gli investitori verso un prezzo desiderato.


Una questione di trasparenza che si inserisce nel più ampio dibattito avviato dal presidente Barack Obama sulla necessità di avere nuove regole per prevenire nuove bufere finanziarie. Il FT evidenzia le dichiarazioni del senatore democratico Charles Schumer che ha chiesto infatti alla Sec di vietare i cosiddetti ordini flash, operazioni ad alta velocità realizzate dagli high-frequency trading e che danno ad alcuni operatori un vantaggio sleale su altri.