Siamo entrati nel mese peggiore per i mercati azionari, ecco cosa influenza negativamente gli investitori a settembre
Con oggi inizia il mese dell’anno statisticamente più complesso per i listini azionari. Storicamente il mese di settembre (negli ultimi 30 anni) è stato caratterizzato da performance mediamente negative per tutti i principali indici (Euro Stoxx600, S&P500, DJ e Nasdaq); ma quest’anno le previsioni sono diverse e alcuni dei titoli aspramente colpiti da inizio anno ora potrebbero essere interessanti.
Secondo le ricerche del CFRA, dal 1945 ad oggi solo due mesi hanno prodotto un rendimento medio negativo per il mercato azionario, ovvero febbraio e settembre. Inoltre, come riporta il “The Stock Trader’s Almanac”, settembre è il mese in cui i tre indici azionari principali in media hanno registrato i risultati più scarsi, tanto che questo calo annuale è stato ribattezzato dagli analisti come “effetto settembre”.
Come vediamo dal grafico, dal 1928 ad oggi la media di rendimento di settembre è del -1%, con una probabilità del 54% di avere un mese di settembre negativo.
Ma perché è proprio settembre il mese peggiore dell’anno per i mercati azionari?
Secondo gli analisti i fattori che determinano la debolezza di settembre sono riconducibili alla fine delle vacanze estive, con la raccolta delle perdite fiscali da parte dei fondi comuni statunitensi in vista delle distribuzioni di dicembre. Altri ipotizzano che settembre sia il momento in cui le famiglie hanno bisogno di soldi per pagare le tasse e le varie spese scolastiche che in media negli Stati Uniti ammontano a $ 1.000 a famiglia.
Ora gli operatori di mercato si domandano se anche questo settembre confermerà gli andamenti storici del passato, oppure se come prevedono diversi analisti quest’anno ci si può aspettare un mese migliore del solito.
E quest’anno?
Quest’anno nulla è stato nella media e quindi anche questa particolare stagionalità potrebbe non verificarsi. Secondo Ben Laidler, global markets strategist di eToro, quest’anno potrebbe andare diversamente e i due elementi che potrebbero influenzare positivamente i mercati sono i dati sul mercato del lavoro e quelli sull’inflazione di settembre, che fanno sperare una Fed meno aggressiva.
Inoltre, quest’anno potremmo avere un mese di settembre positivo in quanto come osservano gli analisti, gran parte del derisking nel 2022 è già avvenuto nella prima metà dell’anno.
Infine, bisogna considerare che settembre è tradizionalmente seguito da un ottobre positivo del +0,4% e da un rendimento medio a termine a 1 anno del +7,5%.