Si riaffaccia la voglia dell’M&A sui mercati: maxi offerta di Stella Artois per Budweiser

Spazzare via i timori di un aumento dell’inflazione e la conseguente generalizzata stretta sui tassi da parte delle Banche centrali, con quella indiana che, un po’ a sorpresa, ieri ha già alzato i suoi livelli di riferimento, dai mercati di mezzo mondo non sarà facile. Il campanello d’allarme della congiuntura è suonato per tutti: dall’Europa all’America fino a lambire l’Eldorado-Asia.

Ieri le Borse europee hanno bruciato 123 miliardi di euro, Wall Street ha perso l’1,69% e le quotazioni delle banche americane sono tornate ai livelli di 12 anni. Eppure ci sono aziende che cercano di voltare pagina con la crisi subprime. E’ il caso di Stella Artois che ha messo sul piatto questa mattina 46,3 miliardi di dollari per accapararsi la Budweiser. Un’offerta invitante che offre un premio dell’11,4% rispetto ai valori di chiusura dei titoli Bud dello scorso mercoledì.

L’operazione se verrà concretizzata segnerà un punto di non ritorno perché passerà alla storia come la prima grande transazione dall’inizio della crisi dei mutui americani. Le società in trattative sono infatti entrambe tra le prime cinque nel mondo della birra: insieme potrebbero contare su un bouquet di marchi tra i più ampi, che spazierebbe dalla Beck’s alla Budweiser e ancora alla Stella Artois.

Ma il potere dei soldi non sempre ha abbastanza fascino, specie se si è già miliardari. L’offerta presentata dalla belga Inbev sarà infatti vagliata dagli azionisti della Budweiser, ma secondo le prime indicazioni sarà rifiutata: August A. Busch IV, componente della famiglia fondatrice e amministratore delegato della società americana, non ha fatto mistero di non apprezzare l’idea della fusione. Il rincaro delle materie prime che erode i margini e il trend dei consumi della birra in calo potrebbero però essere dei buoni argomenti per convincerlo.