Caro carburante, la protesta si infiamma in tutta Europa
Se dall’Europa non giungono notizie confortanti, di fronte alla costante ascesa dei prezzi del greggio, l’Opec scende in campo. Per cercare di trovare una soluzione, su iniziativa dell’Arabia Saudita, l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio ha fissato per il 22 giugno prossimo un incontro tra i paesi produttori e consumatori di petrolio. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Opec, Abdalla El-Badri. L’obiettivo è quello di “analizzare nel dettaglio il rincaro dei prezzi, le sue cause e cercare un modo per affrontare la questione”. Da inizio anno ad ora, il prezzo del barile è aumentato di circa 40 dollari da inizio anno, ed è stato già molto vicino a infrangere la soglia psicologica dei 140 dollari.
Nel frattempo le previsioni continuano a impazzare. Nel giro di qualche anno il prezzo del greggio potrebbe arrivare a toccare quota 250 dollari al barile. È questa l’ultima allarmante stima lanciata da Aleksej Miller, numero uno della russa Gazprom.
Con il petrolio alle stelle, tempi duri anche per i suv. Una delle prime vittime illustri è stato l’Hummer della statunitense General Motors, mandato in pensione qualche una settimana fa dalla società di Detroit dopo uno scivolone delle vendite (-30%) da inizio anno. Ma il requiem per il colosso da 2.200 kg della General Motors rischia di essere solo il primo di una lunga serie.