Si dissolve il rischio Francia, gli ETF per cavalcare al meglio l’azionario Europa
L’esito del ballottaggio, con la vittoria netta dell’europeista Macron, va ad alleggerire ulteriormente i rischi politici che lo scorso anno avevano frenato l’azionario Ue. Secondo Vincenzo Sagone, responsabile ETF, Indexing & Smart Beta Business Unit di Amundi SGR, per i titoli dell’azionario Europa c’è ora maggior spazio per realizzare il loro potenziale.
Azionario europeo sotto i riflettori con l’allontanarsi delle nubi legate alla possibile affermazione di forze populiste in Francia, seconda maggior potenza dell’Eurozona. Il ballottaggio alle presidenziali francesi ha incoronato Emmanuel Macron, ex ministro dell’Economia e portatore di view politica fortemente europeista tra cui, tra l’altro, l’istituzione di un budget dell’Eurozona e la nomina di un super-ministro delle Finanze.
L’esito delle elezioni presidenziali contribuisce a dissipare molte delle nubi che nell’ultimo anno hanno agito da freno sull’azionario del Vecchio continente. “Lo scorso anno sono stati diversi gli elementi di incertezza politica che hanno condizionato i mercati azionari europei – sottolinea Vincenzo Sagone, responsabile ETF, Indexing & Smart Beta Business Unit di Amundi SGR – Gli investitori già nei mesi scorsi avevano mostrato un atteggiamento più costruttivo e, una volta questi ostacoli sollevati con il completamento delle tornate elettorali, i titoli azionari europei potrebbero realizzare pienamente il loro forte potenziale e i flussi crescenti sugli ETF europea stanno a testimoniare un posizionamento in tal senso”. “I replicanti – prosegue Sagone – hanno l’indubbio vantaggio di poter essere acquistati e valutati velocemente in quanto strumenti quotati e i flussi in ingresso negli ultimi mesi testimoniano il ritrovato appeal dell’azionario Europa dopo le difficoltà del 2016”.
Gli ETF azionari legati all’Eurozona hanno raccolto oltre 3,7 miliardi di euro nei primi quattro mesi del 2017, con una consistente accelerazione in marzo ed aprile (oltre 1,6 miliardi di euro nel solo mese di aprile).
Valutazioni attraenti per l’azionario europeo
Così come già evidenziato in scia all’esito del primo turno, gli investitori hanno accolto con favore l’esito delle urne accentuando il trend degli ultimi mesi di sovraperformance dell’azionario Europa rispetto a Wall Street. Da inizio marzo l’S&P 500 segna un moderato +1,5% circa che si confronta con l’oltre +6% dell’MSCI Europe.
Le valutazioni dell’azionario europeo, se confrontate con quelle degli Stati Uniti, risultano ancora fortemente a sconto; a questo si aggiunge l’aspettativa di un trend di sostenuta ripresa della crescita degli utili. “Le valutazioni dell’azionario Europa risultano attraenti se confrontate a quelle di Wall Street, arrivate a livelli abbastanza tirati, a questo si aggiungono i positivi segnali in arrivo dal Vecchio continente, in particolare la ripresa risulta incanalata su binari solidi”, sottolinea Vincenzo Sagone di Amundi SGR.
Nel corso degli ultimi 3 anni il PE ratio dell’MSCI USA è salito del 22,2%*, di contro quello dell’MSCI EMU è diminuito e le valutazioni dell’indice azionario europeo dovrebbero aver toccato il bottom nel 2016.
Vantaggi nel posizionarsi sull’azionario Europa con gli ETF
Risultano in costante aumento gli investitori che si affidano agli ETF per implementare le proprie strategie d’investimento. Le masse in gestione degli ETF a livello globale hanno toccato i nuovi massimi storici a quota 3,75 mila miliardi di dollari (dati ETFGI al 31/3/2017). “Efficienza a livello di costi e semplicità di utilizzo sono certamente due cruciali punti di forza degli ETF – rimarca Vincenzo Sagone – . L’ETF è indubbiamente uno strumento largamente diversificato per cogliere opportunità di mercato azionario della zona euro. Amundi, in qualità di leader europeo nella gestione del risparmio, annovera una vasta gamma di ETF che offrono esposizione alle azioni europee. Tra questi l’Amundi ETF MSCI Europe Ucits, che ha accumulato più di 1 miliardo di euro di asset in gestione ed è anche il tracker più competitivo nella sua categoria con spese correnti dello 0,15%”.
*Fonte: Bloomberg, Aprile 2017