Settembre da incubo per Wall Street: occhio ad alcuni indicatori che lanciano dei segnali d’acquisto
Indici azionari di Wall Street in profondo rosso a settembre. Quando manca una seduta al termine del mese e del trimestre lo S&P 500 e gli altri principali indici viaggiano sui minimi annui. L’indice S&P 500 è capitolato del 7,9% a settembre, il Dow Jones ha sofferto un tonfo del 7,2% e peggio fa il Nasdaq, che si appresta a chiudere il mese con un crollo del 9,1%.
Il sentiment particolarmente negativo riguarda tutte le azioni globali. Tra gli analisti c’è chi vede la possibilità che questa negatività molto accentuata lasci posto nelle prossime settimane nel più classico dei bear market rally. Sono di questa opinione Mark Diver e Sarah McCarthy, analisti di Sanford C. Bernstein & Co., secondo cui “un altro rally del mercato Orso è molto probabile”.
“Il sentiment degli investitori ha raggiunto livelli così negativi” che che le probabilità che i titoli azionari globali possano realizzare rendimenti positivi nelle prossime quattro settimane è superiore a quella di generare perdite, hanno aggiunto gli analisti. Nel dettaglio quattro dei cinque componenti del Composite Sentiment Indicator di Bernstein, tra cui la volatilità, ratio put/call, sondaggio investitori e i dati sui flussi di fondi azionari hanno raggiunto estremi negativi. Nel dettaglio, negli ultimi 22 anni, i segnali di acquisto dell’indicatore sono stati seguiti da rendimenti positivi nelle quattro settimane successive per oltre il 70% del tempo.
In effetti, le richieste di ribasso sono aumentate negli ultimi giorni dopo l’ultimo summit della Federal Reserve, che ha messo in agitazione ogni angolo del mercato. Solo questa settimana Goldman Sachs Group e BlackRock sono diventati più ribassisti sull’azionario a breve termine, con la prima che ha ridotto le azioni a sottopeso nei tre mesi e il secondo che ha consigliato agli investitori di “evitare la maggior parte dei titoli”.
Bernstein ha precisato che il suo studio non implica che il mercato ribassista sia finito e che gli investitori debbano rimanere cauti nel medio termine, dato che l’aumento dei tassi di interesse aumenta le probabilità di una recessione, soprattutto in Europa.