UniCredit seguirà esempio di Deutsche Bank: verso maxi esuberi (fino a 10mila) soprattutto in Italia

Unicredit sarebbe pronta a tagliare fino a 10mila posti di lavoro in modo da ridurre fino al 10 per cento i suoi costi operativi. Un taglio drastico che si inserirebbe nel nuovo piano strategico che la banca di Piazza Gae Aulenti presenterà a dicembre secondo fonti vicine all’istituto. A diffondere l’indiscrezione è stata l’agenzia Bloomberg. Si parla di 10mila posti di lavoro soggetti a tagli anche se i numeri finali sono ancora in fase di revisione e potrebbero essere molto più bassi, hanno detto le medesime fonti a Bloomberg, chiedendo di rimanere anonimi.
Il titolo Unicredit ha reagito senza contraccolpi all’indiscrezione virando però in territorio negativo (-0,2% a 11,20 euro) sostanzialmente in linea con l’andamento del settore.
I licenziamenti coinvolgeranno in special modo l’Italia – dove l’azienda ha il maggior numero di dipendenti – ma anche altri paesi e inoltre, sempre a detta delle fonti, potrebbe essere ridotte anche altre spese operative di ben il 10%. “Tagli di tale entità sarebbero ambiziosi e supererebbero le aspettative degli analisti” così ha commentato Nicola Maino della società di investimento svizzera Carthesio SA. “Questa mossa dimostra l’impegno dell’amministratore delegato a ridurre il rapporto costi/reddito a un livello che collocherà la banca tra i migliori in Europa”.
Unicredit come Deutsche Bank e Societe Generale
UniCredit si unirebbe così ad altre grandi banche europee tagliando i costi e riducendo il numero di posti di lavoro, come Deutsche Bank che ha stimato 18.000 posti di lavoro tagliati e Societe Generale che ad aprile ha annunciato l’intenzione di tagliare 1.600 posti di lavoro a livello globale.
Il CEO di Unicredit Jean Pierre Mustier recentemente ha sottolineato che il nuovo piano della banca sarà basato sulla crescita organica, indicando l’efficienza come leva fondamentale in un contesto di debole crescita economica e di tassi negativi che si attendono per i prossimi anni in Europa. La banca si è già attivata per rafforzare la propria posizione finanziaria in vista della presentazione del piano. All’inizio di quest’anno ha raccolto circa 2,1 miliardi di euro vendendo la propria partecipazione in Finecobank. Il nuovo piano industriale di UniCredit sarà basato sulla crescita organica e cercherà di semplificare il modo in cui la banca opera per migliorare l’efficienza, ha dichiarato Mustier al quotidiano Milano Finanza in un’intervista della scorsa settimana. Tra le opzioni che UniCredit sta valutando per ridurre il costo del finanziamento anche la creazione di una holding separata in Germania per le sue attività estere, sempre secondo le fonti. Nelle scorse settimane si era parlato di un possibile interessamento di Unicredit per Commerzbank.
La situazione di Unicredit è guardata a vista dal governo visto che, considerando le dimensioni della banca, potrebbe essere coinvolto a seconda di ciò che è contenuto nel suo piano industriale. Già lo scorso anno il governo italiano ha svolto un ruolo di mediazione quando Telecom Italia stava negoziando con i sindacati su migliaia di riduzioni di posti di lavoro.