Segnale bearish da Warren Buffett: era dal 2008 che non faceva questo. E il tesoretto cresce sempre di più
Warren Buffett continua a vendere azioni, confermando un atteggiamento di cautela nei confronti del rally apparentemente inarrestabile della borsa Usa.
La sua holding Berkshire Hathaway sta ammassando liquidità a livelli record, così come si stanno facendo più ricchi anche i tesoretti di Amazon, di Aplhabet (la holding a cui fa capo Google) e di American Airlines.
La scelta non fa esattamente rima con quell’ottimismo che Wall Street manifesta da mesi: inoltre, si sa, quando Buffett parla o fa una semplice mossa i mercati drizzano le antenne.
Ciò che preoccupa è che, nel terzo trimestre del 2021, Berkshire Hathaway si è confermata net seller delle azioni per il quarto trimestre consecutivo: qualcosa che non si verificava dal 2008.
La conglomerata ha concluso il trimestre vendendo quasi $2 miliardi di azioni in più rispetto al valore di quelle acquistate, incassando di conseguenza un altro bel po’ di liquidità che ha fatto salire il cash detenuto al massimo storico di $149,2 miliardi.
“Il grande problema è che Berkshire è stata di nuovo net seller di azioni in questo trimestre – ha commentato a Bloomberg Jim Shanahan, analista di Edward Jones, contattato telefonicamente – Questo è il colpevole numero uno” del cash (del gruppo), che continua ad aumentare.
Ma di cosa si è sbarazzato Buffett?
Dalla documentazione relativa al terzo trimestre resa nota ai mercati, il finanziere avrebbe tagliato l’esposizione di Berkshire verso le banche, le compagnie assicurative, così come in altri investimenti finanziari. Negli ultimi tempi, sono state smobilizzate anche le posizioni in General Motors e in alcuni gruppi farmaceutici.
Vale la pena puntualizzare, tuttavia, che le vendite sono state decisamente contenute se paragonate al valore astronomico del portafoglio azionario.
Negli ultimi nove mesi, Buffett ha smobilizzato quasi $7 miliardi di azioni in più rispetto a quelle acquistate, per una percentuale che tuttavia è pari ad appena il 2,2% del fair value del portafoglio azionario calcolato alla fine di settembre.
La liquidità maxi di Buffett si spiega anche – soprattutto- con il fatto che sono anni che Berkshire Hathaway non si lancia nel mercato M&A (mergers and acquisitions, fusioni e acquisizioni): l’ultimo shopping di rilievo è avvenuto cinque anni fa, con l’acquisto di Precision Castparts per un valore di $37 miliardi, che è costato tuttavia a Buffett una svalutazione di $11 miliardi nel corso del 2020. Tanto che un articolo di Reuters ha parlato dell’errore da $10 miliardi commesso dall’investitore miliardario.
Al boom del cash di Berkshire guarda con favore Darren Pollock, analista di Cheviot Value Management, società esposta alla holding dell’oracolo:
“Siamo contenti di questo, perchè vedere che la liquidità aumenta, vedere che (Buffett) sta dispiegando così tante risorse nelle operazioni di buyback (ammontate nel terzo trimestre a $7,6 miliardi) , e non in acquisizioni, e dunque vedere che il cash è utilizzato in modo produttivo, è decisamente meglio rispetto a quelle situazioni in cui il cash si stabilizza o scende, senza che venga effettuata alcuna acquisizione”.