Scossa Fed sul dollaro, Norges Bank mette le ali al nokkie

La Fed ha rimosso, come da attese, l’aggettivo “paziente” in riferimento alla tempistica del primo rialzo dei tassi, ma ha fatto intendere che la prima stretta non è detto che arrivi a giugno. “Per il timing esatto, nessuna chiara esplicitazione – commenta Davide Marone di Fxcm – ma rispetto a giugno l’istituto centrale ha fatto intendere che non può escludere questa ipotesi per quanto appaia molto più verosimile l’autunno come corretto orizzonte temporale per il rialzo. Dunque la Fed non ha più pazienza ma di contro non è impaziente”. Per fine anno il board della Fed si attende che il costo del denaro si attesterà allo 0,625%, contro l’1,125% atteso a dicembre. Per l’anno prossimo la mediana è all’1,875%, dal 2,5% di fine 2014. Riviste al ribasso le stime di crescita economica dal 2,5-3% al 2,3-2,7%.
“Vale la pena notare che un rialzo a giugno rimane una possibilità e potrebbe essere preferibile – sottolinea invece Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst di Swissquote Europe – . La frequenza dell’intervento sarebbe inferiore, in linea con una normalizzazione “precoce e graduale”, piuttosto che un intervento ritardato e più brusco”.
Tra le altre valute da segnalare a metà mattinata lo scatto della corona norvegese che sale di quasi 3 punti percentuali contro l’euro. La Norges Bank a sorpresa non ha abbassato ulteriormente il livello dei tassi di interesse lasciandoli fermi all’1,25%. Il consensus Bloomberg era per un taglio all’1%. Il governatore della Norges Bank, Oeystein Olsen, ha rimarcato che un taglio dei tassi arriverà in futuro se si confermeranno le proiezioni relative all’attività economica. L’istituto centrale di Oslo vede l’attività economica rallentare quest’anno con un +1,25% rispetto al +2,25% del 2014 complici soprattutto i contraccolpi del calo delle quotazioni del petrolio, di cui la Norvegia è il maggiore esportatore del’Europa Occidentale. Il pil norvergese è visto poi riprendersi nel 2016 a +2%.