Scontro Italia-Ue: Troika + patrimoniale tra gli scenari da incubo, ma quello peggiore è un altro…
Aumento dello spread e discesa dei prezzi dei titoli di stato, diminuzione della fiducia dei consumatori, minor spesa, minor fatturato ed utile da parte delle aziende, minor introito fiscale da parte dello stato e conseguente aumento del debito, a cui si aggiunge una maggior spesa data dal rinnovo dei Btp/Cct in scadenza nel 2019 a tassi più alti.
Questi gli effetti a catena delle recenti turbolenze generate dai mercati a seguito della situazione italiana dove protagonista è il braccio di ferro con Bruxelles sulla manovra di bilancio 2019. Il governo non sempre al momento incline a rivedere le proprie posizioni e il rischio concreto è di una escalation di tensioni che potrebbero culminare in uno scontro frontale con l’ultimo step, il più temuto dai mercati, ossia l’ipotesi di un’uscita dall’euro.
I tre scenari possibili dal braccio di ferro Roma-Bruxelles
Una situazione che, dice Giovanni Cuniberti Responsabile Consulenza, Gamma Capital Markets, potrebbe evolvere in 3 scenari.
Il primo vede Europa e Governo trovare un accordo per rimanere all’interno di parametri accettabili entro metà/fine novembre. “In questo caso sia i titoli di stato sia i titoli azionari bancari” dice l’analista “dovrebbero rivalutarsi per effetto dello “scampato pericolo”.
Nel secondo scenario Bruxelles e Roma non riescono a trovare nessun accordo e arriva un governo tecnico o la Troika, con alcuni effetti conseguenti: patrimoniale, taglio dello spesa pubblica e recessione. “Titoli di stato e azioni bancarie saranno da monitorare attentamente, ma potenzialmente potrebbero ripartire al rialzo” continua Cuniberti.
Infine nel terzo scenario lo scontro diventa ampio e l’Italia esce dall’Europa in maniera delicata o violenta, spinta dall’interno o direttamente dall’Unione Europea. Conseguenze? La nuova valuta si svaluta del 25%, ci saranno periodi difficili soprattutto nel breve e il costo delle materie prime sarà molto alto. Solo nel lungo periodo potrebbe esserci una ripresa. “Una difesa potrebbe essere rappresentata dai titoli in valuta estera per proteggere il patrimonio e/o dall’apertura di conti all’estero per non subirne la ridenominazione nella nuova valuta” dice l’analista che conclude: “Lo scenario 3 per quanto poco probabile, va tenuto in debita considerazione all’interno di un’analisi dei possibili outcome”.