Dopo i conti di Lehman Brothers, Morgan Stanley tocca ora a Goldman Sachs e Bear Stearns alzare il velo suoi risultati del terzo trimestre 2007.
In un clima di attesa per il discorso sui mutui che terrà oggi il presidente della Federal Reserve (Fed), Ben Bernanke, la banca d’affari di New York ha reso noto di avere archiviato il terzo trimestre, chiuso al 31 agosto 2007, con un utile per azione quasi raddoppiato e pari a 6,13 dollari contro i 3,26 dollari dell’analogo periodo dell’anno precedente. Un dato è risultato essere anche superiore ai 4,93 dollari messi a segno nel secondo trimestre 2007
In netto rialzo anche l’utile netto complessivo che si è attestato a 2,85 miliardi di dollari (+79%), mentre i ricavi netti del terzo trimestre sono stati di 12,33 miliardi. Salgono anche i ricavi netti dell’investment banking che nel terzo trimestre hanno raggiunto quota 2,5 miliardi di dollari con una crescita del 67% rispetto all’analogo periodo del 2006. Positivi anche i guadagni nell’asset management and securities service pari a 1,96 miliardi (+35%). Il gruppo ha anche colto l’occasione per rendere noto che il dividendo pari a 0,35 dollari per azione sarà pagato il prossimo 26 novembre.
“A causa delle difficoltà che si sono verificate sui mercati nel terzo trimestre, molti dei nostri business hanno subito inevitabilmente delle modifiche”, ha dichiarato il presidente e amministratore delegato di Goldman Sachs. Secondo il numero uno della banca americana, il loro franchise ha comunque continuato a produrre dei solidi risultati che confermano come i clienti continuano a tenere sempre in considerazione Goldman.
Giornata di conti anche per Bear Stearns. Il colosso bancario a stelle e strisce, che secondo indiscrezioni di mercato sarebbe tra le banche maggiormente esposte alla crisi dei mutui sublime, ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto pari a 171,3 milioni di dollari (1,16 dollari ad azione) rispetto ai 437,6 milioni (3,02 dollari ad azione) del stesso periodo dell’anno passato. Dati che deludono le aspettative degli analisti che avevano stimato un utile per azione pari a 1,78 dollari su ricavi vicini a 1,64 miliardi di dollari. In flessione anche i ricavi netti che sono calati del 37% a 1,33 miliardi.
“Un terzo trimestre caratterizzato fortemente dalle difficoltà e dalla volatilità che ha regnato sui mercati in questo ultimo periodo. Una situazione che ha influenzato negativamente i redditi fissi, ma che ha risparmiato i ricavi che si sono dimostrati solidi per l’investment banking, il global equities e global clearing services”, ha commentato il numero uno di Bearn Stearns, James E. Cayne