Notizie Dati Macroeconomici Fed funds: il Fomc decide per un taglio di 50 punti base

Fed funds: il Fomc decide per un taglio di 50 punti base

19 Settembre 2007 06:13

Il compassato professor Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, ha preso il machete e nella serata di ieri ha deciso, all’unanimità con gli altri membri del Federal open market committee (Fomc), di tagliare i tassi di interesse sui Fed funds di 50 punti base, portandoli al 4,75%.


Taglio all’unanimità di 50 punti base, questa volta deciso dal Comitato dei governatori, anche per il tasso di sconto, il tasso applicato dalla Fed per prestare soldi all’interno della “discount window”. Il tasso di sconto era già stato abbassato a fine agosto al 5,75% e si attesta ora al 5,25%.


Era la decisione più attesa e sperata a Wall Street che ha reagito con un balzo al rialzo all’annuncio dell’avvenuta riduzione. Le chiusure finali per gli indici della Borsa statunitense hanno visto il Dow Jones Industrial attestarsi a 13.739,39 punti con un guadagno del 2,51%, l’S&P500 ha chiuso a 1.519,78 in rialzo del 2,92% mentre il tecnologico Nasdaq Composite ha preso il 2,71% terminando a 2.651,66 punti.
Prima del piatto forte di giornata la seduta delle piazze finanziarie mondiali aveva già offerto soddisfazioni agli operatori con la pubblicazione dei risultati trimestrali di Lehman Brothers. Il colosso bancario statunitense, primo dei grandi gruppi bancari a presentarsi al test della trimestrale dopo gli sconvolgimenti innescati dalla crisi dei mutui subprime, ha sorpreso con guadagni oltre le attese degli analisti, suggerendo così che i danni provocati dalla crisi possano essere più lievi di quanto temuto.


La decisione del Fomc è però ancora più sorprendente. Il taglio sui tassi di interesse, il primo dal giugno 2003 e che ha riportato il livello dei Fed funds a quello del maggio 2006, è un’azione coraggiosa che sembra voler andare al di là dei timori di rallentamento dell’economia incrementati dall’ultima negativa rilevazione sul mercato del lavoro. Sembra voler chiudere il discorso subito e riportare nel più breve tempo possibile i mercati su binari di stabilità e l’economia su un sentiero di crescita moderata. “L’azione di oggi – recita il comunicato di accompagnamento – intende fronteggiare alcuni effetti avversi che potrebbero derivare all’economia nel suo complesso dalle turbolenze in atto nei mercati finanziari ed è volta a favorire una moderata crescita nel tempo. Le restrizioni nelle condizioni del credito, hanno il potenziale di intensificare la discesa del mercato immobiliare e frenare la crescita economica”. Proprio per evitare che ciò possa accadere, l’intervento della Fed è stato netto e l’unanimità con cui è deciso ne sottolinea la forza.


Poche, nel comunicato di accompagnamento, le parole dedicate all’inflazione che solo nell’ultima riunione, ad agosto, veniva definita la “principale preoccupazione” per la Banca centrale Usa. Nel documento diffuso in serata si legge che “le letture dell’inflazione sono leggermente migliorate ma rimangono alcuni rischi sui prezzi. Il Comitato continuerà a monitorare con attenzione gli sviluppi della variabile”.