Schnabel, Bce vicina a stop tagli tassi, rischi inflazione al rialzo

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La Bce potrebbe presto smettere di tagliare i tassi di interesse: ad affermarlo è Isabel Schnabel, membro del Comitato Esecutivo dell’istituto di Francoforte, in un’intervista al Financial Times. La funzionaria, uno dei “falchi” della Bce, ha spiegato che con l’inflazione al 2,5% a gennaio e una crescita economica debole la banca centrale potrebbe presto rivedere la sua strategia di politica monetaria. Inoltre, ha espresso preoccupazione per l’aumento dei prezzi dell’energia e la crescita salariale e ha detto la sua sul tasso neutrale. Ecco le sue parole e la reazione dei mercati.
Schnabel: “Bce vicina al momento di fermare tagli tassi”
“Ci stiamo avvicinando al punto in cui potremmo dover sospendere o fermare i tagli ai tassi, dobbiamo iniziare questa discussione”, ha spiegato Schnabel. Come primo passo, ha aggiunto, nella riunione di marzo i funzionari potrebbero valutare se rimuovere dal comunicato post-meeting la formulazione secondo cui la politica monetaria continua a frenare l’economia dell’area euro.
In particolare, si riferisce alla frase secondo cui “le condizioni di finanziamento continuano a essere rigide, anche perché la politica monetaria rimane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere”.
“Non sto dicendo che la nostra politica monetaria non sia più restrittiva”, ha precisato la funzionaria. “Quello che sto dicendo è che non sono più sicura che lo sia ancora”.
Trader riducono stime su tagli tassi Bce
Le parole di Schnabel hanno indotto i trader ad affievolire le scommesse su ulteriori allentamenti da parte della Bce. Gli investitori ora scontano tagli per un totale di 72 punti base nel 2025, rispetto ai 76 punti base previsti prima delle sue dichiarazioni. Attualmente, il tasso sui depositi si attesta al 2,75%.
La sesta riduzione del costo del denaro dallo scorso giugno è ampiamente attesa per il prossimo mese, mentre le decisioni successive potrebbero rivelarsi più combattute. Alcuni funzionari spingono nella direzione di un rapido allentamento per sostenere l’economia stagnante ed evitare che l’inflazione scenda sotto il target del 2%, altri sono più cauti sui tagli, visto anche il potenziale rischio inflazionistico legato alle mosse politiche di Trump.
Schnabel ha affermato di vedere i rischi per l’inflazione della BCE “leggermente” orientati al rialzo, riconoscendo le minacce legate ai prezzi dell’energia. “L’inflazione nei servizi e la crescita salariale sono ancora a livelli scomodi”, ha dichiarato. “Le nostre proiezioni prevedono un rallentamento di entrambi, ma questo deve ancora concretizzarsi”.
Il cambio euro/dollaro ha ridotto le perdite, attestandosi intorno a 1,043 dollari. Sull’obbligazionario, i rendimenti dei titoli di Stato europei sono saliti di circa 5 bp, con il Bund al 2,55% e il Btp al 3,64%, riflettendo la ricalibrazione delle aspettative da parte degli investitori.
L’allerta di Schnabel sul tasso neutrale
Secondo gli analisti, i tassi potrebbero scendere fino all’1,75% entro il 2026. Un punto di riferimento per alcuni è il cosiddetto tasso neutrale, ovvero il livello teorico che né stimola né frena la domanda. La Bce lo stima tra l’1,75% e il 2,25%, ma diversi funzionari hanno messo in guardia dall’affidarsi troppo a questo concetto.
“Il tasso di interesse naturale è un concetto teorico importante, ma non è adatto a determinare l’orientamento più appropriato della politica monetaria “, ha ribadito anche Schnabel.
Nel frattempo, l’inflazione è aumentata al 2,5% a gennaio. Sebbene si preveda ancora che raggiunga in modo sostenibile l’obiettivo del 2% nel 2025, l’aumento dei costi energetici e potenziali dazi commerciali statunitensi potrebbero ritardare questo processo.