La scelta del gestore: scommettere contro l’euro per fare hedging contro il populismo
Ha deciso di scommettere contro l’euro, con quella che definisce una operazione di “hedge contro il populismo”. Lui è Michael Hasenstab, gestore del fondo globale dei bond Templeton Global Fund di Franklin Templeton.
“Se tutto fosse normale in Europa, l’euro sarebbe probabilmente un po’ sottovalutato. Ma la situazione non è normale in Europa, e quando la gente inizierà a interrogarsi sulla reale legittimità dell’euro, allora ci sarà un cambiamento strutturale”.
Il guru del fondo si fece notare nel 2011, quando si schierò apertamente a favore dei bond sovrani di Irlanda e Ungheria, sostenendo le agende politiche dei due paesi che, a suo avviso, avrebbero ripristinato la fiducia nelle loro finanze, in un momento in cui diversi erano invece i dubbi sul futuro dell’euro.
Ora, invece, Hasenstab detiene solo quantità risicate di bond portoghesi e serbi; le posizioni accumulate in precedenza sia sui bond ungheresi che su quelli polacchi sono state vendute perchè, come lui stesso ha riferito in un’intervista al Financial Times, i prezzi erano saliti troppo. I motivi della scelta sono stati tuttavia anche politici, considerate le considerevoli virate a destra dell’Ungheria di Viktor Orban – che ha trasformato il partito di governo Fidesz in una sorta di associazione radicale ed euroscettica – e, anche, della Polonia, che questo mese ha fatto di tutto per ostacolare la rielezione di Donald Tusk, ex premier polacco, a presidente del Consiglio europeo.
Secondo Hasenstab, Polonia e Ungheria “sono vicini all’epicentro di un contesto politico denso di sfide in Europa”; sfide ancora più difficili da contrastare rispetto a quelle del 2011 quando, ricorda, c’era comunque unità tra i politici europei nel varare operazioni di bail out sicuramente impopolari, ma necessarie.
“Nessuno sa come la situazione si evolverà, ma tutti sanno che i fattori che sostengono questo nazionalismo derivano dall’immigrazione…dal terrorismo e dalla crisi dei rifugiati. E sfortunatamente nessuno di questi problemi andrà via”.
L’esperto ha dunque deciso di scommettere contro l’euro per assicurarsi contro quel caos che molto probabilmente si presenterà quando si metterà davvero in discussione il futuro della moneta unica. Caos che l’euro stesso non avrebbe affatto scontato.
Per questo, l’altra scelta che il gestore ha fatto è stata quella di uscire dal mercato dei debiti sovrani dell’Europa, posizionandosi piuttosto sull’America Latina, per la prima volta da quando ha preso le redini del fondo, nel 2001.
Hasenstab detiene soprattutto titoli di stato del Brasile, della Colombia, dell’Argentina e del Messico, e motiva la sua scelta con “la fine di un decennio di populismo”.
Secondo lui, è proprio il populismo a fare la differenza tra Europa e America Latina. Populismo che si sta espandendo nell’area euro, e che invece sta tramontando nell’altra parte del globo.
Come esempio cita il Brasile, che sta vivendo la peggiore recessione della sua storia, e che allo stesso tempo, sotto l’egida del presidente Michel Temer, sta avviando “riforme strutturali” che definisce “di portata storica”. L’Argentina viene considerata come una economia che “è tornata in vita”, riaffacciandosi ai mercati internazionali di capitali dopo un’assenza di 15 anni seguita al default del 2001.
In generale, la filosofia di Handesbad è di scegliere le nazioni su cui puntare a seconda delle loro agende politiche interne, piuttosto che sulla base dei movimenti globali dei prezzi delle materie prime o del dollaro, che tendono a provocare forti oscillazioni nei flussi in entrata e in uscita dai mercati emergenti.