Notizie Valute e materie prime Sarà il Giappone l’apripista dell’helicopter money

Sarà il Giappone l’apripista dell’helicopter money

5 Maggio 2016 12:18
 
 
Visto il fallimento della NIRP (negative interest rate policy), ovvero i tassi di interesse negativi, nel ridare vigore all’economia, i decisori politici si stanno preparando alla prossima fase, ossia la riduzione del debito come quota del PIL per avviare la crescita del PIL nominale. Alla fine di marzo, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha richiesto che la spesa di bilancio per l’anno fiscale 2016 fosse concentrata nella prima parte dell’anno, laddove possibile, e che entro maggio fosse messo in atto un nuovo piano di misure economiche. Sebbene non sia così vicina ad agire, anche la BCE sembra seguire una linea di pensiero analoga a quella giapponese. In occasione della riunione della BCE di marzo, il presidente Draghi è stato interrogato sul “metodo elicottero” (come viene definito un continuo stimolo fiscale) e non ne ha esclusa esplicitamente la possibilità.
 
Stimoli fiscali
“Crediamo che il Giappone stia considerando un cambiamento di politica come protezione dalla minaccia della Cina – è il commento di Federico Belak, cio of Tactical Trading Funds & Fixed Income di Lombard Odier Investment Managers – È cresciuta la consapevolezza che tassare le posizioni cash non funziona, soprattutto in considerazione del profilo demografico del Giappone, caratterizzato dall’invecchiamento”. Si è quindi diffusa rapidamente l’ipotesi che il Giappone stia preparando un pacchetto di stimolo basato su politiche fiscali per un valore compreso tra 5 e 10 trilioni di yen, che comprende il posticipo del proposto rialzo dell’imposta sui consumi. Come spiega Belak, una tale politica probabilmente richiederebbe un’emissione aggiuntiva di obbligazioni da parte del governo. “Se, per esempio, fosse strutturata come espansione fiscale finanziata dall’emissione di perpetual senza cedola, che la BoJ sarebbe obbligata ad acquistare, si tratterebbe di “helicopter money”, ossia di denaro distribuito gratuitamente al pubblico – spiega Belak – Il QE, da solo, non è infatti denaro buttato dall’elicottero, poiché in cambio della concessione di denaro alle banche, le Banche centrali ricevono obbligazioni governative e altri asset, mentre il metodo elicottero richiede anche uno stimolo fiscale da parte del governo”.
 
I rischi dell’helicopter money
Un passo verso la monetizzazione del debito tramite l’helicopter money rappresenterebbe un’importante cesura con l’attuale strategia del governo e della Banca centrale. Un cambiamento di politica che forse non è imminente, ma la direzione di pensiero che si sta delineando comincia a influenzare le visioni del mercato a lungo termine in un contesto in cui il consensus ritiene che, con rendimenti così bassi o persino negativi, gli investitori devono assumersi più rischio (rischio di liquidità, carry risk e rischio di credito) per generare rendimenti. Ma, avverte Belak: “Un lancio di denaro dall’elicottero potrebbe ridurre il valore del denaro e distruggere ulteriormente la ricchezza. E alcuni mercati non sono pronti ad affrontare un profondo cambiamento di politiche senza distruggere capitale in modo permanente“.
 
Effetti su valute e rendimenti 
Da parte loro, gli investitori devono pensare a come strutturare i portafogli mentre l’attenzione dei decisori politici si sposta verso la monetizzazione del debito. “Crediamo che questo nuovo livello di repressione finanziaria creerebbe un ambiente favorevole all’allontanamento dalle tradizionali allocazioni di portafoglio long-only, in cui sarebbe adeguato investire in asset liquidi invece che illiquidi“, dice Belak. Che aggiunge: “Ci aspettiamo che aumenti l’attrattività dell’oro e che gli investitori vorranno aumentare le posizioni cash, vista la crescente incertezza sulla direzione della politica monetaria“. In particolare, se il Giappone aprirà la strada del metodo elicottero, è probabile che lo yen si deprezzi. “Infine gli investitori dovranno tenere conto del probabile aumento repentino dei rendimenti a lungo termine”, conclude Belak.