Saldutti (Scalable): World ETF? Primo step di una strategia più ampia per retail

Gli investitori sono sempre più a caccia di strumenti globali, ma al tempo stesso semplici da utilizzare che permettano di ottimizzare il rapporto tra rischio, rendimento e costo. La sfida è quella di ripensare gli investimenti globali e cambiarne l’approccio. Questa la leva che ha spinto Scalable Capital a lanciare a fine 2024 quello che hanno ribattezzato “World ETF“, sviluppato con DWS e MSCI.
Si tratta di un primo passo di una strategia più ampia che mira a realizzare una gamma di ETF studiata per gli investitori retail. Sarà per le loro caratteristiche (la possibilità di diversificare, bassi costi di gestione e liquidità, per citarne alcune) ma quello degli ETF è un mercato sempre più apprezzato dagli investitori italiani (il mercato italiano è il secondo più grande d’Europa alle spalle di quello tedesco).
FinanzaOnline ha approfondito questo tema con Alessandro Saldutti, country manager Italia di Scalable Capital (nella foto).
Quali sono state le leve principali che vi hanno spinto verso il progetto World ETF? Quali sono le caratteristiche chiave di questo ETF in grado di far breccia negli investitori?
L’idea nasce da una semplice constatazione: gli investitori di oggi cercano strumenti globali, semplici da usare e che ottimizzino il rapporto tra rischio, rendimento e costo. Con questo progetto abbiamo voluto cambiare le regole del gioco. Non creando un prodotto “diverso per il gusto di esserlo”, ma uno meglio progettato. In collaborazione con DWS e MSCI, abbiamo costruito un ETF che mira a superare il benchmark non con scommesse attive (che, nel lungo periodo, i dati dimostrano spesso penalizzanti), ma attraverso una struttura più efficiente che possa mantenere i vantaggi nel tempo.
La chiave è l’approccio ibrido: la maggior parte dei mercati che compongono l’indice sono replicati fisicamente, ma in alcuni mercati abbiamo scelto la replica sintetica per motivi ben precisi. Negli Stati Uniti – che pesano oltre il 60% del MSCI World ACWI – la replica sintetica consente una ottimizzazione fiscale sui dividendi. Grazie alla struttura del fondo e alla sua domiciliazione, si riduce l’impatto della doppia
imposizione, aumentando il rendimento netto per l’investitore europeo. È un vantaggio spesso trascurato, ma che può fare una differenza concreta nel lungo periodo. In altri mercati, come le China A-Shares, la replica sintetica risolve un altro problema: l’accesso diretto è limitato, poco liquido e complesso da gestire.
Usando la replica sintetica, possiamo ottenere un’esposizione più fedele, liquida e priva delle inefficienze operative che colpiscono molti ETF che replicano fisicamente questi titoli. Il risultato è un ETF semplice nell’uso ma sofisticato nella costruzione: globale, trasparente, efficiente.
Pensato per il lungo termine, come dovrebbe essere ogni buon investimento. Inoltre, in ambito di diversificazione geografica l’ETF copre quasi il 90% dei mercati globali investibili in 23 paesi sviluppati e 24 paesi emergenti, un elemento chiave soprattutto in questo particolare periodo storico.
Soffermiamoci sui numeri. A distanza di poco tempo dal lancio, il World ETF ha superato i 200 milioni di euro di raccolta. Quale è, a suo avviso, l’elemento di successo? E quali sono gli obiettivi in termini di raccolta che vi siete prefissati?
Il traguardo dei 200 milioni di euro di raccolta è arrivato in pochi mesi, e per di più in un contesto tutt’altro che semplice: tra mercati volatili, guerre commerciali, tensioni geopolitiche e un forte calo del dollaro. Credo che il successo sia dovuto al fatto che questo ETF possa fungere come pilastro di molti portafogli di investimenti ben bilanciati. Con un singolo prodotto hai un’esposizione azionaria globale costruita con intelligenza, costi contenuti, ottimizzazioni strutturali e partner solidi come DWS e MSCI alle spalle. E, per quanto il traguardo dei 200 milioni sia importante, io sono convinto che il vero spartiacque sia quota un miliardo. Perché quando un fondo supera quella soglia, anche gli investitori più cauti – quelli che finora sono rimasti alla finestra – iniziano a vederlo come una scelta solida, consolidata, istituzionalmente credibile. Ed è a quel punto che spesso la crescita accelera, non rallenta.
Poi c’è un elemento più ampio, che va oltre il singolo prodotto: la crescita della raccolta riguarda tutto il settore degli ETF, che beneficia di trend strutturali ormai evidenti. Parlo di centinaia di miliardi di euro ancora fermi sui conti correnti, del crescente gap previdenziale che spinge le persone a cercare soluzioni per il lungo periodo, e della maggiore educazione finanziaria – favorita anche dal lavoro di tanti content creator e operatori del settore – che sta finalmente trasformando il modo in cui gli europei investono.
Avete in cantiere altre novità o nuovi lanci nel mondo degli ETF?
Il lancio del World ETF è solo il primo passo di una strategia più ampia: costruire una gamma di ETF pensata appositamente per gli investitori retail. La tecnologia oggi consente di abbattere molte barriere – sia di comprensione che di accesso. E noi abbiamo già messo in piedi l’infrastruttura per integrare rapidamente soluzioni che possano offrire più diversificazione e più efficienza ai portafogli dei nostri clienti.
Ma l’innovazione non si ferma agli ETF. Scalable è stata la prima – e ad oggi l’unica – piattaforma in Italia ad aprire il private equity al pubblico retail. Parliamo di un’asset class che fino a ieri era riservata a investitori professionali, con soglie minime di ingresso da un milione di euro in su.
Oggi, grazie alla collaborazione con un gestore come BlackRock, è possibile investire in un fondo di private equity a partire da 10.000 euro. Non è una cifra per tutti, ma è comunque una frazione rispetto al passato. E soprattutto, è un passo reale verso la democratizzazione dell’accesso a strumenti finora inaccessibili. Il nostro obiettivo è chiaro: mettere nelle mani di ogni investitore strumenti concreti per costruire, in modo consapevole e autonomo, il proprio futuro finanziario.