Notizie Notizie Mondo Russia alle corde: maxi-rialzo dei tassi non basta, rublo sprofonda ancora

Russia alle corde: maxi-rialzo dei tassi non basta, rublo sprofonda ancora

16 Dicembre 2014 14:44
Non si spegne il fuoco della speculazione sulla Russia. Il maxi-rialzo dei tassi di interesse non ha sortito gli effetti sperati e oggi si assiste a un’altra verticale discesa del rublo. 
Dopo il crollo di quasi il 10% del rublo di ieri, questa mattina la Bank of Russia ha deciso di intervenire con un aumento del tasso di interesse di riferimento dal 10,5% al 17 per cento, il più corposo rialzo dei tassi dal 1998. Il rublo, dopo un iniziale rimbalzo del 6% in area 60 rubli subito dopo l’annuncio della banca centrale, è tornato a perdere velocemente terreno aggiornando i minimi storici contro euro e dollaro. In particolare il cross usd/rub è schizzato fino ad area 80 rubli. 

Riunione d’emergenza del governo a Mosca
Il governo russo ha convocato una riunione d’emergenza per discutere della crisi finanziaria che sta inghiottendo il paese in seguito più grande calo della moneta dal 1998, l’anno del default della Russia. 

Ora tocca a Putin, si piegherà al pressing dei mercati? 
Per calmierare i mercati potrebbe risultare utile un cambio di posizione a livello geopolitico del presidente russo Vladimir Putin. Secondo Mohamed A. El-Erian, chief economic adviser di Allianz, la soluzione dei mali della Russia pùò essere solo un cambio di rotta del presidente Vladimir Putin. L’ex numero uno di Pimco ritiene che, nonostante l’impatto negativo dei prezzi del petrolio, Putin può ancora migliorare il sentiment economico e di mercato sulla Russia cambiando posizione sull’Ucraina, impegnandosi in modo più costruttivo con l’Occidente e contribuendo così a revocare le sanzioni economiche contro il suo paese.
Bank of Russia al sesto rialzo dei tassi da inizio anno 
La banca centrale ha rimarcato che la mossa è finalizzata a rafforzare il rublo, limitare i rischi di inflazione e aiutare l’economia del paese su cui pesano le sanzioni comminate dall’Europa. Già settimana scorsa la banca centrale aveva alzato il costo del denaro di 100 punti base, mossa che però si era rilevata insufficiente a frenare la caduta verticale del rublo che ieri ha toccato i nuovi minimi storici contro euro e dollaro con ribassi giornalieri vicini al 10%. Ieri la Bank of Russia ha dovuto cancellare un’asta da 700 miliardi di rubli (circa 11,6 miliardi dollari) di titoli di Stato a tre anni a causa della mancanza di offerte. Secondo diversi analisti il rialzo dei tassi non basta a placare la speculazione contro il rublo e la banca centrale dovrà implementare ulteriori mosse. Quest’anno la Bank of Russia ha alzato i tassi sei volte e speso oltre 80 miliardi di dollari di riserve valutarie per contrastare la discesa del rublo. 
Dipendenza dal petrolio e controindicazioni della stretta sui tassi 
Secondo la US Energy Information Administration, nel 2013 le vendite di petrolio  gas naturale hanno rappresentato il 68 per cento del totale delle entrate delle esportazioni della Russia. Ieri la stessa banca centrale russa ha detto di attendersi un’economia di contrazione del 4,5/4,7% nel 2015, la discesa più marcata dal 2009, considerando prezzi del petrolio in media a 60 dollari al barile. “L’azione della Banca centrale russa avrà come effetto collaterale una ricaduta negativa sulla crescita economica del Paese, a causa dell’aumento del costo del denaro”, rimarca Pavel Laberko, Head of Russian Equities di Union Bancaire Privée – UBP, che vede in particolare le banche locali come le prime a subire il colpo. “Ora, possiamo aspettarci di sentire sempre più notizie su istituti di credito russi non in grado di continuare la propria attività”, rimarca l’esporto di UBP.