Russell Investments: “La migliore diversificazione degli investimenti? La gestione attiva dei cicli di mercato”
Quando i
mercati diventano incerti e molto volatili, in genere è perché gli investitori
hanno perso fiducia nella loro capacità di vedere il futuro. Atteggiamento che
in questo particolare momento è amplificato dall’incertezza sulla crescita
economica in Cina, dalla confusione su come interpretare il drastico calo dei
prezzi del petrolio e dalla preoccupazione per la sostenibilità dei profitti
record delle imprese. Ma niente panico, dice Russell Investments: bisogna
individuare una strategia che includa la “gestione attiva” dei cicli di mercato. Se facciamo un’analisi
storica, il tipo di correzione che abbiamo sperimentato
nella settimana del 19 gennaio (cioè correzioni di almeno il 10% su un
periodo continuativo di quindici giorni) si è verificata ben 15 volte dal
1995. “Questo è il motivo
per cui le forme sofisticate di diversificazione possono essere utili, non
tanto per massimizzare i rendimenti su ogni ciclo di mercato, ma per
massimizzare le opportunità di successo attraverso i diversi cicli – spiega Massimo D’Onghia, responsabile distribuzione retail per
l’Italia di Russell Investments – L’investitore
tipico attraversa nella propria vita ben nove o dieci cicli di mercato, e in
genere i consulenti finanziari guidano i clienti attraverso una media di quasi
sei cicli (5,8 per l’esattezza). Quindi, né i consulenti finanziari, né i loro
clienti dovrebbero puntare tutto su un solo ciclo di mercato“.
La tenuta degli assett reali
Allora
che fare? Sapendo che i cicli di mercato sono composti da alti e bassi,
frequenti e imprevedibili, come dovrebbero comportarsi gli investitori? “Investire
su differenti cicli di mercato, ovvero diversificare – ribadisce D’Onghia – Naturalmente la diversificazione non può
proteggere completamente da eventuali perdite. Come ha affermato il nostro team
di strategist, ci sono mercati in cui prendere rischi e mercati in
cui gestirli. E noi siamo probabilmente nel secondo tipo”. Secondo Russell
Investments, diversi fattori di diversificazione di recente hanno contribuito
ai rendimenti, mentre il mercato azionario globale è sceso a doppia cifra.Nello specifico gli asset
reali hanno agito come
potenti fattori di diversificazione: immobiliare, infrastrutture, materie prime
hanno sovraperformato le azioni globali da inizio anno a oggi (dati al 20
gennaio 2016). “Le materie
prime non sono solamente
petrolio – chiarisce D’Onghia – Il petrolio ha conquistato i titoli dei giornali,
ma i metalli industriali, i metalli preziosi e l’agricoltura stanno resistendo
meglio. E l’oro ha fatto un vero e proprio balzo da inizio anno”.
Elementi di protezione del rischio
Diversificare
su tutto lo spettro delle
capitalizzazioni di mercato storicamente
ha contribuito a proteggere i portafogli. E Russell Investments ha analizzato
anche le altre categorie. In particolare, nei periodi di avversione al rischio,
come l’attuale, le azioni small cap tendono a guidare il mercato verso il
basso: “Questo movimento si è verificato anche stavolta – dice D’Omghia –
L’indice delle small cap Russell 2000® è sceso del 13% da inizio anno, mentre
l’indice delle large cap Russell 1000® è sceso “solo” del 10,1% (dati al 20
gennaio)”. Anche la diversificazione
in termini di valute è stata
importante. “Negli ultimi 12-24 mesi c’è stata molta differenza nelle
performance delle varie valute – spiega D’Onghia – il dollaro americano è
ovviamente stato forte, mentre il dollaro canadese e quello australiano sono
stati molto più deboli, a causa dei loro legami con l’energia, i metalli
industriali e i minerali di ferro. Al contrario, lo yen giapponese e l’euro
hanno retto meglio”. Infine, le obbligazioni non hanno deluso gli investitori:
“Le obbligazioni offrono l’equilibrio e la zavorra quando le cose si mettono
male nel mercato azionario, e hanno dimostrato il loro contributo nei
portafogli in positivo di circa l’1% da inizio anno (dati al 20 gennaio 2016)“,
conclude D’Onghia.