Rumor Bce scatenano vendite euro ma non allentano tensione spread. Paura sterlina per elezioni UK (GRAFICI)

Bce pronta al tapering del suo programma di Quantitative easing? Non proprio. O almeno, non stando ai rumors riportati da Bloomberg, secondo cui l’istituto guidato da Mario Draghi si starebbe preparando a rivedere al ribasso l’outlook sull’inflazione. Motivo? L’ennesima debolezza dei prezzi delle materie prime.
Le fonti hanno avuto accesso alle bozze dei documenti della Bce relative all’inflazione, misurata dall’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona.
Rumor Bce su inflazione
Dal materiale divulgato emerge che la crescita del dato dovrebbe essere, all’incirca, dell’1,5% nel 2017, 2018 e 2019, rispetto alle precedenti stime di marzo, di rialzi rispettivamente dell’1,7%, 1,6% e 1,7%.
La diffusione dei rumor ha avuto un effetto immediato sul forex, con l’euro che è sceso fino a -0,6% nei confronti del dollaro, a $1,1211.
I buy sono tornati sui Bund tedeschi, consentendo così ai rendimenti decennali di scendere allo 0,249% verso le 12.30 ora italiana.
Rumor Bce non smorzano spread BTP-Bund
Proprio il dietrofront dei tassi tedeschi ha penalizzato lo spread tra BTP e Bund (che dovrebbero invece ricevere un assist da tutte quelle indiscrezioni che lasciano presagire il mantenimento dello status quo da parte della Bce, soprattutto in termini di QE), che ha puntato ulteriormente verso l’alto.
Il differenziale tra i tassi decennali di BTP e Bund tedeschi è salito di oltre +2% superando la soglia dei 200 punti base, oltre 203 punti base, con i tassi sui BTP al 2,29%.
La conferma dei rumor arriverà solo domani, con la pubblicazione del nuovo outlook relativo alla crescita del Pil e dell’inflazione dell’Eurozona da parte della Bce. Il Consiglio direttivo si riunisce già da oggi a Tallin, in un meeting di due giorni.
Le stesse fonti sentite da Bloomberg hanno rivelato che le aspettative sull’inflazione core – inflazione al netto dei prezzi dei beni alimentari ed energetici – non dovrebbero subire variazioni, mentre l’outlook sul Pil potrebbe essere rivisto lievemente al rialzo.
Non solo Bce, nel Super giovedì elezioni UK
Ma sul mercato del Forex l’attenzione è anche sulla sterlina, in vista delle elezioni Uk e del Super Giovedì di domani, 8 giugno.
Gli ultimi sondaggi hanno visto assottigliarsi sempre di più il vantaggio dei conservatori di Theresa May – che dovrebbe traghettare il paese fuori dall’Ue, nel processo di divorzio Brexit già attivato a fine marzo – sui laburisti di Jeremy Corbyn.
E gli scenari per la valuta britannica sono diversi, a seconda del verdetto che arriverà dalle urne britanniche.
Nel caso in cui mancasse una chiara vittoria, dunque nell’ipotesi del rischio di ingovernabilità nel paese, indubbiamente le trattative sulla Brexit potrebbero subire ritardi, oltre a farsi più complicate.
Tali incertezze portano gli strategist a temere un crollo della sterlina anche fino a $1,20 nella giornata di venerdì 9 giugno, ovvero all’indomani delle elezioni, come stima Adam Cole, responsabile della strategia di forex a livello globale presso RBC.
Lo stesso Andrew Balls, responsabile investimenti presso Pimco, afferma che il rischio di ingovernabilità rende sensato essere “underweight sulla sterlina”. In media, in questo caso – assenza di un chiaro vincitore – le previsioni sono per un calo fino a $1,2350.
Nel caso in cui invece i Conservatori di Theresa May riuscissero ad aggiudicarsi un’ampia vittoria, la sterlina potrebbe salire fino a $1,31 secondo la media degli analisti intervistati da Bloomberg.
E non manca chi ritiene che potrebbe schizzare anche a $1,33, al record dal settembre del 2016.
Nella giornata di oggi, la sterlina ha oscillato attorno alla soglia di $1,2907.