Rumor Apple: verso taglio produzione iPhone del 10% in I trimestre
Apple sarebbe pronta a tagliare la produzione degli iPhone del 10% circa nel primo trimestre dell’anno: è quanto ha riportato oggi il Nikkei Asian Review, sulla base di alcune fonti vicine al gigante californiano.
La notizia è l’ennesima negativa dopo che, la scorsa settimana, il colosso che un tempo poteva vantare una capitalizzazione di mercato superiore a $1 trilione, ha annunciato di aver tagliato le stime sul fatturato del suo primo trimestre fiscale, sulla scia delle vendite di iPhone inferiori alle attese in Cina.
Il Nikkei Asian Review ha riportato che Apple avrebbe già contattato a dicembre i suoi fornitori, ordinando loro di produrre una quantità inferiore di smartphone, rispetto a quella che era stata prevista.
Nessun commento è arrivato finora dalla società guidata dal ceo Tim Cook.
Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe del secondo taglio in appena due mesi dei target di produzione di iPhone da parte del colosso. I rumor indicano che Apple intenderebbe ridurre il volume di produzione di versioni vecchie e nuove dei suoi smartphone a una quantità compresa tra 40/43 milioni, rispetto al precedente obiettivo di 47/48 milioni di unità.
Non si tratta certamente di un periodo d’oro per il colosso, se si considera anche che, nelle ultime ore, si è appreso che sono trascorsi 14 anni da quando il titolo non è stato mai così poco amato dalla comunità degli analisti.
Dai dati FactSet risulta infatti come la percentuale di rating buy sull’azione Apple sia scesa al 49%, al minimo dal 2005, a fronte di una percentuale di rating hold pari al 51%.
Le quotazioni del colosso dell’iPhone sono scivolate nel quarto trimestre del 2018 di oltre -30%, portando molti strategist a rivedere le loro valutazioni.
Il risultato è che la percentuale di rating buy è scivolata di ben il 14% dal 63% dello scorso agosto.
Lo scorso 4 gennaio il titolo ha sofferto la sessione peggiore dal 2013: un crollo che ha fomentato l’avversione al rischio degli investitori, tanto da innescare addirittura un flash crash sul mercato del forex.