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Risparmio, le famiglie italiane puntano alla sicurezza

19 Marzo 2007 14:12

Le famiglie italiane continuano a risparmiare anche se stanno vivendo una “pausa di riflessione”. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’osservatorio sui risparmi delle famiglie 2007, giunto alla sua undicesima edizione e realizzato da Gfk Eurisko e Prometeia. Questo studio si propone, infatti, come obiettivo quello di individuare il perché la popolazione del Belpaese sia ancora orientata al risparmio ma in misura minore rispetto al passato. Per capire sopraputto se esistono i segnali di una ripartenza.


Molte le tendenze sul fronte del risparmio emerse relative al ventennio preso in considerazione dell’indagine (1987-2007). Il caso più anomalo è rappresentato dal rapporto tra i nuclei familiari italiani e il possesso di azioni: “Dopo una crescita continuata dal 1987 al 2001, la tendenza si è invertita. È come se il mercato si fosse riposizionato su degli asset preesistenti – ha spiegato Gabriella Calvi-Parisetti di Eurisko Finanza. Una tendenza – ha continuato – che si deve soprattutto ad un disammoramento nei confronti delle azioni e di conseguenza a un maggiore propensione verso la liquidità”.


Ma gli italiani nel mondo del risparmio gestito cercano un requisito su tutti: la sicurezza. Un requisito o addirittura un prerequisito che tutti gli investitori italiani mettono al primo posto. Una voglia di sicurezza così accentuata che ha finito per penalizzare prodotti considerati “sicuri” per eccellenza, come i titoli di stato e le obbligazioni, che potevano rappresentare in questo particolare momento un buon paracadute. Un altro bisogno per eccellenza è rappresentato dalla liquidità che di fatto è stato sempre un elemento fondamentale per il risparmio degli italiani.


Quali sono quali sono le cause di questo allontanamento graduale dal risparmio? Secondo Gabriella Calvi-Parisetti, i fatti che hanno coinvolto il mondo finanziario negli ultimi anni, dal caso Parmalat allo scandalo della Banca d’Italia nell’estate del 2005, ha fatto sì che il bacino di investitori si riducesse e che al tempo stesso guardasse al mondo degli immobili e al possesso di un semplice conto corrente.


Anche sul fronte dell’offerta ci sono le prime reazioni al comportamento delle famiglie italiane relativo al risparmio. “La crisi del risparmio gestito caratterizzerà anche il 2007”. È questa l’idea di Chiara Fornasari di Prometeia. Partendo da questo previsione, si è fatto un passo indietro, a dodici mesi fa. La clientela dell’industria del risparmio gestito ha evidenziato un’allocazione delle attività finanziarie definita “difensiva”, favorendo, dunque, gli strumenti a rendimento predeterminato esterni ai prodotti di risparmio gestito monetari e obbligazionari, a fronte di una caduta della propensione a detenere strumenti di rischio.
Per quanto riguarda le politiche di offerta hanno risposto, si legge nella nota, su due direttrici di fondo: da un lato, un processo di “pulizia” dei portafogli delle famiglie e dall’altro, processi di segmentazione sempre più attenti, rivolti a ristrutturare l’industria in comparti delineati in base alle tipologie di prodotti e servizi offerti e alla redditività ad essi associata.


Insomma, la propensione al risparmio c’è e rimane anche nei primi mesi del 2007 nonostante gli strumenti di investimento – come ha spiegato Chiara Sabbi di Prometeia – abbiano avuto un graduale disaffezionamento, dovuto essenzialmente all’allontanamento dagli intermediari e al ritorno alla liquidità.