Notizie Notizie Italia L’ipotesi Abn-Barclays smuove lo scacchiere bancario italiano

L’ipotesi Abn-Barclays smuove lo scacchiere bancario italiano

19 Marzo 2007 10:08

Mondo del credito alle grandi manovre. La prospettiva rimbalzata dall’Inghilterra, ripresa oggi da alcuni organi di stampa internazionali, di una fusione tra Barclays e Abn Amro, scuote lo scenario bancario continentale e italiano.


 


Un merger tra il gruppo britannico e quello olandese creerebbe il maggiore player europeo del credito e stravolgerebbe gli equilibri di potere all’interno dell’intera industria. Ripercussioni di rilievo si registrano già anche in Italia, soprattutto sul fronte Capitalia (+5,1% a 6,55 euro in borsa nel momento in cui si scrive). L’istituto romano secondo gli ultimi dati Consob è infatti partecipato al 7,6% da Abn Amro, una quota che è stata recentemente al centro di dibattito internamente all’azionariato del gruppo olandese, con alcuni falchi, tra i quali potenti fondi d’investimento, desiderosi di una maggiore valorizzazione dell’asset. Lo scatto in borsa del titolo Capitalia risponderebbe proprio a questa logica, almeno a detta degli analisti. La speculazione su cui si scommette è che a una fusione tra Barclays e Abn possa anche conseguire la cessione della quota degli olandesi in Capitalia. Come in una ipotetica catena di eventi, l’anello successivo potrebbe così essere il riemergere delle ipotesi circolate alcuni mesi fa e mai del tutto sopite di una fusione tra la stessa Capitalia e Unicredito (+2,3% a 6,83 euro). Su questo percorso si frapporrebbero però, secondo una tesi citata nella nota giornaliera di Euromobiliare, gli ostacoli costituiti dai riflessi su Mediobanca. Capitalia e Unicredito sono infatti i due maggiori azionisti della merchant bank di Piazzetta Cuccia, rispettivamente con il 9,6 e il 7,7% e insieme, forti di una quota superiore al 17% del capitale, arriverebbero a esercitare un controllo largamente maggioritario su una cassaforte in cui sono raccolte partecipazioni strategiche come quella in Generali.


 


Sul tavolo di Abn i dossier però, se anche non lo avessero già fatto, potrebbero presto moltiplicarsi. Secondo quanto si osserva sul mercato in queste ore, candidata a entrare nell’orbita dell’istituto olandese, nel caso non dovesse concludersi favorevolmente il deal con Barclays sotto i riflettori in queste ore, potrebbe essere un’altra banca italiana, che andrebbe ad aggiungersi all’Antonveneta acquisita da Abn nel 2006, il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto senese nella serata di venerdì ha reso noto di aver dato mandato a Jp Morgan per valutare la possibilità di una crescita esterna, ma non è da escludere che il destino della più antica banca del mondo possa essere di natura diametralmente opposta, con lo stesso istituto oggetto di un buyout. Anche i titoli Montepaschi segnano un netto apprezzamento, registrando un rialzo del 2,9% a 4,75 euro.