Notizie Notizie Italia Risparmio: famiglie italiane sempre più prudenti, meno investimenti e più diffidenza sul mattone

Risparmio: famiglie italiane sempre più prudenti, meno investimenti e più diffidenza sul mattone

2 Dicembre 2013 11:14
L’incertezza sulle prospettive future rende gli italiani sempre più propensi a risparmiare tagliando le risorse dedicate a investimenti. Dalla quinta edizione dell’Osservatorio Anima sul risparmio delle famiglie, curata da Anima Sgr in collaborazione con la società di ricerche di mercato GfK Eurisko, emerge rispetto al passato una minore progettualità delle famiglie che preferiscono accantonare più risorse in vista di possibili spese impreviste.

Se lo scorso maggio la quota che dichiarava di risparmiare in vista dei propri progetti di vita era pari al 66%, il livello più alto dalla partenza dell’analisi avviata a maggio 2012, ora risulta sceso al 54%. Dallo studio, realizzato nella prima metà di ottobre su un campione di 991 persone “bancarizzate” (ovvero titolari di un conto corrente e non necessariamente di uno o più prodotti di investimento) , emerge che il 22% degli interpellati risparmia per mettere da parte per ripararsi da emergenze e imprevisti, mentre l’11% per accumulare una “riserva” per il futuro; ancora il 15% per andare in vacanza, l’11% per l’istruzione dei figli e il 7%, probabilmente sulla spinta delle agevolazioni fiscali prorogate dal Governo anche per il 2014, per acquistare e ristrutturare casa.
Tra le file degli investitori l’orientamento appare analogo: il 30% risparmia per accumulare in vista di emergenze e imprevisti, il 19% per creare una “riserva” di sicurezza per il futuro, il 20% perché ha in programma di andare in vacanza e il 15% per l’istruzione dei figli.

Scende la propensione a investire
Dall’Osservatorio Anima emerge una spiccata prudenza nell’affrontare le spese, tendendo così a limitare il superfluo. La propensione a investire sembra gradualmente ridursi, anche a causa della minore disponibilità economica. Se resta stabile la quota di chi intende mettere da parte del denaro per risparmiare o investire (dal 34 si passa al 36%), così come quella che dichiara di ridurre le spese superflue – dal 75% di maggio oggi si passa al 73% – sono in calo gli italiani che dichiarano di usare i soldi messi da parte (oggi l’8% mentre a maggio si parlava del 14%). Lo stesso atteggiamento più tiepido si riscontra per chi in passato ha già sperimentato il mondo degli investimenti, dal momento che dal 79% del mese di maggio si passa al 69%, quando un anno fa era disponibile ad investire l’84% del campione.

Il mattone perde fascino
Si conferma il trend di discesa di interesse per gli investimenti immobiliari: se il 14% non farebbe alcun investimento e il 24% non ha soldi da investire, di contro il 37% investirebbe e in particolare, il 20% in prodotti finanziari (a maggio era il 23%) e il 16% in immobili (un anno fa si parlava del 20%). Quest’ultima dinamica se da un lato evidenzia il venir meno del “bene rifugio” della casa, dall’altro lato ciò dipende probabilmente anche dall’incertezza ancora legata al regime di tassazione che verrà deciso nella legge Finanziaria sugli immobili.

Prudenza massima
L’incertezza comporta l’aumento dell’avversione al rischio. Alla domanda “Oggi come oggi nella scelta dei prodotti di investimento, a quali aspetti presterebbe maggiore attenzione, quali ritiene più importanti?” il 73% ha risposto che farebbe attenzione agli aspetti legati al prodotto e solo in seconda battuta agli aspetti legati al proponente (9% la fiducia nella banca) e al servizio (il 5% ha risposto la chiarezza e trasparenza delle info sugli investimenti). Analizzando più da vicino la dimensione delle caratteristiche di prodotti, il 42% presta attenzione alla protezione del capitale investito, il 33% al rendimento garantito, il 18% a costi contenuti e solo l’11 per cento cerca un rendimento “elevato”. Anche per chi ha già investito la protezione dello status quo si conferma il driver di scelta più importante: gli aspetti legati al prodotto fanno anche in questo caso la parte da leone (per il 95% degli intervistati) e per il 64% la protezione del capitale investito rappresenta la priorità, (per il 48% il rendimento garantito).