Notizie Notizie Italia Rischio stangata costi carte di credito, Antitrust apre faro su fusione Sia-Nexi

Rischio stangata costi carte di credito, Antitrust apre faro su fusione Sia-Nexi

3 Settembre 2021 13:44

Faro dell’Antitrust sulla fusione Sia- Nexi. L’operazione di concentrazione coinvolge differenti operatori – sia dal punto di vista della domanda sia da quello dell’offerta – e interessa numerosi ambiti del settore dei pagamenti digitali, in particolare i servizi di merchant acquiring, di processing, di emissione delle carte di pagamento, di compensazione al dettaglio dei pagamenti, di trasmissione dei dati interbancari e anche i servizi per la fornitura e la manutenzione degli ATM.

Secondo l’Antitrust quindi la fusione di Sia in Nexi potrebbe perciò determinare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante. L’esito sarà comunicato entro 45 giorni e nella relazione preliminare l’Autorithy segnala che la fusione potrebbe determinare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante da parte della nuova entità con effetti di tipo orizzontale, nonché di natura verticale e conglomerale che vanno approfonditi. Equita ritiene che la probabilità di approvazione sia elevata ma non esclude del tutto eventuali remedies.

Consumerismo No Profit plaude all’istruttoria aperta dall’Antitrust sulla fusione Nex. i-Sia“La crescente diffusione di strumenti di pagamento digitali alternativi al contante ha portato ad una crescita dei costi a carico degli utenti, e in caso di una posizione dominante tra società si creerebbe un danno della concorrenza con effetti dannosi diretti per le tasche dei consumatori – spiega il presidente Luigi Gabriele – Basti pensare che nell’ultimo biennio i costi di gestione di una carta di credito sono aumentati del +8,5%, e tra canoni, costi di attivazione e gli altri balzelli, una singola carta arriva a costare ai consumatori 85 euro all’anno”.

Oggi infatti sulle carte di credito, banche e società finanziarie applicano un canone mensile che va da un minimo di 0 euro a un massimo di 6,30 euro, a seconda del tipo di carta utilizzata – spiega Consumerismo – Tale canone mensile è spesso gratuito solo per il primo anno di emissione della carta, mentre per i successivi periodi viene applicato un costo, aggiornato di anno in anno. A tale spesa si aggiungono i costi di attivazione ed emissione della carta, che possono raggiungere i 10 euro.  Quando poi si effettua un prelievo con carta di credito presso gli sportelli Atm si va incontro a salate commissioni pari al 4%, che raggiungono addirittura il 5,2% in caso di prelievi all’interno di un paese extra Ue (circa il 4% in area Ue).

A tali spese occorre poi aggiungere i costi per blocco o sostituzione della carta in caso di furto o smarrimento, quelli di ricarica per le carte prepagate, invio dell’estratto conto cartaceo, commissioni di cambio valuta applicate nei casi di pagamenti effettuati all’estero, ecc. Non va meglio sul fronte del Bancomat – aggiunge Consumerismo – il canone annuale di tale strumento può anche arrivare a 45 euro, e se si decide di prelevare da uno sportello ATM diverso da quello della banca presso la quale si ha il conto corrente, la commissione su ogni prelievo è pari a 1,83 euro.