Notizie Notizie Italia Balzano i CDS dell’Italia (+20% a maggio), Ftse Mib prigioniero dello spread con rischio estate calda

Balzano i CDS dell’Italia (+20% a maggio), Ftse Mib prigioniero dello spread con rischio estate calda

3 Giugno 2019 10:21

Archiviato un maggio da incubo, il Ftse Mib si affaccia al nuovo mese con tante nuvole sulla testa e il suo destino legato a doppio indissolubilmente alla traiettoria che seguirà lo spread. Tensioni con l’Ue, tenuta del governo e iter di stesura della legge di bilancio 2020 saranno il termometro per valutare l’umore sull’Italia nelle prossime settimane e mesi.

I CDS termometro delle tensioni sull’Italia

Un indicatore circa le linee di febbre dell’Italia è offerto anche dai credit-default swap (CDS) a 5 anni, che nel mese di maggio hanno evidenziato un balzo del 20% circa. I CDS sono contratti che vengono comprati da un investitore per assicurarsi contro l’eventuale default di un paese. Più è alto il costo per assicurarsi contro tale eventualità, più è possibile che le finanze pubbliche della nazione rispettiva facciano crac.

Maggio da incubo, adesso rimbalzo o debolezza prolungata?

Piazza Affari nell’ultimo mese ha dilapidato buona parte dei guadagni dei primi 3 mesi e mezzo dell’anno, quando si era distinta come una delle migliori Borse mondiali arrivando a oltre +20%. Nel solo mese di maggio il tracollo è stato del 9,5% con titoli bancari con ribassi a doppia cifra e un calo di oltre il 20% dell’indice Ftse Italia All Banks rispetto ai massimi 2019 che risalgono al 17 aprile.

Negli ultimi tre mesi (dal primo marzo al 31 maggio) le banche italiane hanno perso pesantemente terreno in Borsa bruciando 11 miliardi di euro di capitalizzazione considerando i sei maggiori istituti.

Pietro Di Lorenzo, analista e fondatore di Sos Trader, rimarca come “mai come quest’anno il famoso detto SELL IN MAY AND GO AWAY si è rivelato veritiero”. Perché l’Orso è tornato a camminare sulla Borsa milanese? “Il motivo principale è legato alle pressioni sul mercato italiano che sono ben fotografate dall’andamento dello spread riportatosi sopra la soglia importante dei 290 punti”, asserisce Di Lorenzo che per il futuro vede il rischio che “un atteggiamento sfrontato verso l’UE irrigidisca i mercati e le Agenzie di rating che avevano sospeso il giudizio in attesa di azioni concrete”. “Mai come in questa fase l’andamento dei mercati azionario italiano è legato indissolubilmente alle evoluzioni sulla politica interna chiamata ad affrontare il nodo della Manovra finanziaria in cui risulta difficile conciliare il mantenimento delle promesse elettorali con il disinnesco delle clausole sull’aumento IVA”. La prospettiva, conclude Di Lorenzo, è un possibile rimbalzo di breve termine, ma nel medio termine il rischio di assistere a una “nuova estate calda” è presente.

Top e flop da inizio anno

Da inizio anno il rialzo di Piazza Affari si è più che dimezzato (+8,07%), ma permangono ben 4 i titoli del Ftse Mib 40 con rialzi superiori al 40%: Azimut Holding (+56,02% a fine maggio), Ferrari (+ 47,04%), Juventus (+44,26%), Amplifon (+41,35%). In rosso invece Banco Bpm (-14,99%), Prysmian (-11,5%), Ubi Banca (-9,63%) e Telecom Italia (-9%).

Negli ultimi 12 mesi, che corrispondono con il primo anno del governo giallo-verde, Piazza Affari ha fatto peggio delle altre maggiori Borse con spread che viaggia a livelli più che raddoppiati rispetto a quelli di marzo 2018.

Non va dimenticato che la crisi Italia si inquadra all’interno di un contesto già difficile sui mercati con Wall Street giù del 5% circa a maggio complice l’acuirsi della questione dazi. Non va dimenticato che fra qualche mese (31 Ottobre 2019) Mario Draghi lascerà la presidenza BCE a un successore che potrebbe non continuare in maniera così netta verso politiche monetarie espansive.