Notizie Notizie Mondo La spinta ESG sta alimentando una bolla green?

La spinta ESG sta alimentando una bolla green?

2 Ottobre 2021 10:26

Climate change come sfida per governi, aziende e cittadini, ma anche grande opportunità per gli investitori. La corsa agli investimenti sostenibili si è accentuata nell’ultimo anno e il cambiamento climatico è visto come un megatrend da cogliere nel medio-lungo periodo. Il Chief Investment Officer di CalSTRS, Christopher Ailman, nei gironi scorsi ha rimarcato come il cambiamento climatico diventerà un generatore di alfa per i prossimi 30 o 40 anni. 

Gli investimenti ESG sono in forte espansione, con asset globali in fondi sostenibili che hanno raggiunto i 2,24 trilioni di dollari alla fine di giugno, secondo i dati di Morningstar. Le attività avevano superato per la prima volta la soglia di $ 1 trilione nel secondo trimestre del 2020.

BRI lancia l’allarme: rischio di bolla verde

C’è però che paventa rischio di una bolla green. La Bank for International Settlements (BSI) a inizio settimana ha posto  l’accento sulla crescita rapida  soprattutto in attività come l’energia pulita e le azioni delle auto elettriche e le obbligazioni verdi.

Claudio Borio, capo del dipartimento monetario ed economico della BSI ha parlato del rischio di “bolla verde”, sottolineando come l’impennata sia paragonabile a parti del mercato dei titoli garantiti da ipoteca nel periodo precedente la crisi finanziaria globale. Secondo Borio, le autorità devono essere consapevoli del rischio che possono avere questi enormi cambiamenti nella domanda degli investitori, facendo anche dei paragoni con il boom delle azioni internet dei primi anni 2000 e il boom delle ferrovie nel 1800. Per il momento, le preoccupazioni dei regolatori dovrebbero essere attenuate dal fatto che la maggior parte dell’esposizione è verso i mercati azionari che tendono ad avere meno rilevanza sistemica.

“La crescita degli asset Esg – spiega lo studio della banca con sede a Basilea – ha cavalcato l’onda della maggiore attenzione degli investitori ai temi ambientali, soprattutto nei mercati obbligazionari. Sia l’opinione pubblica sia le autorità politiche hanno incoraggiato a sostenere la transizione verso un’economia meno inquinante”. Proprio qui però arrivano le dolenti note. “Nello stesso tempo – sottolineano Aramonte e Zabai – data la crescita molto veloce di questi prodotti finanziari, si sono aperte domande sulla possibilità che una nuova bolla possa prendere forma, a meno che non possa essere assicurata una maggiore trasparenza sul mercato”.  Borio ha anche messo in guardia dal “rischio di definizione” e dal cosiddetto “greenwashing”, dove i benefici ambientali di alcuni asset sono stati potenzialmente esagerati. Se queste esagerazioni sono esposte, i valori potrebbero crollare. “Ci sono segnali che le valutazioni degli asset Esg siano tirate”, quindi eccessive. Da qui la necessità di “monitorare da vicino gli sviluppi nel mercato Esg. Sarà importante – conclude la Bri – non soltanto ribadire i benefici della transizione verso un mondo a basse emissioni ma anche identificare e gestire i rischi finanziari che possono emergere”.