Cina dà il via a guerra energetica con divieto di blackout. In Europa gas record a 100 euro. Mondo affamato di elettricità
Ed eccoci qui: nel bel mezzo della crisi energetica globale che vede tra le protagonisti più tristi l’Europa, i futures sul gas naturale olandese hanno testato oggi un nuovo record: 100 euro per per megawatt-ora, prima di essere colpiti da un ribasso superiore a -4%, scendendo ad Amsterdam fino a quota 93,5 euro.
I prezzi continuano a oscillare indecisi sul da farsi, a fronte delle mosse dei trader, che valutano anche l’opzione di un calo della domanda di gas naturale, visto che aumenta il numero di aziende che chiudono o riducono la produzione in quanto alle prese con la carenza di elettricità.
Cina lancia guerra energetica: rifornimenti a tutti i costi
Tutto questo, mentre si teme che la crisi porterà ogni economia a fare di tutto pur di accaparrarsi la quantità di energia di cui necessita: sicuramente, e lo ha già detto, lo ha fatto la Cina, con il governo di Pechino che, nelle ultime ore, ha ordinato alle compagnie energetiche di proprietà dello stato più importanti del paese – petrolifere, ma anche attive nei segmenti del carbone o dell’elettricità – di assicurarsi i rifornimenti per questo inverno a tutti i costi. La notizia è stata riportata da Bloomberg, sulla base di quanto ha riferito una fonte vicina al dossier.
L’ordine, diramato dallo stesso vice premier Han Zheng, responsabile anche della supervisione della produzione industriale e del settore energetico, è arrivato durante una riunione di emergenza che si è tenuta all’inizio di questa settimana, e che ha visto tra i presenti l’Authority dell’energia e, anche, l’agenzia di pianificazione economica.
Le fonti hanno segnalato che i blackout non saranno tollerati dal governo.
Immediata la reazione dei mercati, con il petrolio che è tornato a salire nella giornata di oggi, dopo aver azzerato ieri le perdite una volta che la notizia della Cina ha iniziato a circolare.
I futures sul gas scambiati a New York sono balzati, così come hanno fatto le quotazioni dell’esportatore americano di gas Cheniere Energy.
Già in Cina i futures sul carbone erano volati a un nuovo record, prezzando la crisi che investirà il paese nella settimana della Golden Week. La nuova incognita globale è la seguente: ci sarà energia per tutti nel paese? E nel mondo?
Bloomberg riporta come i prezzi quest’anno siano più che raddoppiati a causa della domanda in crescita di elettricità arrivata dalle fabbriche e, anche, per la produzione di materie prime più lenta nelle miniere.
Basta pensare al fatto che Pechino abbia indetto una riunione di emergenza, per capire come in Cina la situazione sia critica: si parla di una crisi energetica grave, che ha costretto intere regioni a dover tagliare la luce alle aziende, mentre diversi sono stati i casi di blackout improvvisi che hanno colpito le comunità.
Global Energy Crunch: è la nuova crisi mondiale
Termini come Global Energy Crunch e power crunch in Cina sono ormai all’ordine del giorno: e ora si teme la mossa cinese, visto che Pechino è disposta a fare di tutto pur di assicurarsi l’energia di cui ha bisogno.
In questo contesto Bjarne Schieldrop, responsabile analista delle commodities presso la SEB, ha commentato che la volatilità nei mercati energetici dovrebbe intensificarsi, soprattutto dopo l’ordine impartito da Pechino.
Dal comunicato diramato dalla società di estrazione più grande della Cina, il CEIC, è emersa d’altronde la seguente dichiarazione battagliera:
“Combatteremo la dura battaglia dell’offerta di energia”. Schieldrop ha aggiunto che, a suo avviso, un avviso del genere indica che “non siamo assolutamente vicini a una situazione di maggiore calma. Sembra anzi che la situazione possa farsi anche più folle. (La Cina) offrirà qualsiasi cosa per vincere nella battaglia per i carichi di carbone o di gas naturale liquefatto”.
Brutta notizia per i governi e i consumatori europei, come spiega a Bloomberg Leslie Palti-Guzman, direttore generale della società di consulenza Gas Vista, con sede a New York, che parla di governi e consumatori europei che dovranno far fronte a prezzi elevati del gas e dell’elettricità per tutto l’inverno”.
E di fatto, la notizia proveniente dall’Estremo Oriente ha subito provocato l’impennata dei prezzi in Europa, che sta facendo fatica ad assicurarsi una quantità sufficiente di gas e carbone, in vista dell’inverno. Tanto che l’aumento dei prezzi sta costringendo – riporta ancora Bloomberg – alcuni giganti industriali, dai produttori di fertilizzanti CF Industries a Yara International fino ai giganti chimici BASF SE a chiudere gli impianti o tagliare la produzione.
Francia non resta a guardare, blocco aumenti fino a primavera
“Il trading volatile dimostra già che nessuno sa quanto in alto i prezzi del gas potranno salire, ma sicuramente ci sarà una corsa sfrenata – ha detto Niek van Kouteren, senior trader presso PZEM, società energetica olandese. “L’interrogativo sarà: quand’è che si manifesterà la distruzione della domanda? Se si arriverà alla situazione in cui si faranno avanti i governi fornendo sussidi, così come ha annunciato ieri la Francia, nessuno sarà incentivato a ridurre la domanda”.
La mossa francese è stata approfondita tra gli altri dal Financial Times, nell’articolo dal titolo “France to block gas and electricity price rises until the spring“, ovvero “la Francia bloccherà gli aumenti di gas ed elettricità fino alla primavera”.
Il governo francese aveva già annunciato due settimane fa l’intenzione di erogare sussidi di un valore di 100 euro a 5,8 milioni di famiglie che ricevono i voucher sull’energia, al fine di tutelare i consumatori dal caro-bolletta destinato a diventare ancora più caro.
Gli italiani finora sono stati dal canto loro tutelati dal governo Draghi dallo shock del rincaro della bolletta fino a +40%.
Tuttavia, qualche giorno fa l’Arera – Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ha confermato che anche con gli interventi del governo la stangata ci sarà. Meno alta di quella che ci sarebbe stata senza l’azione dell’esecutivo: ma comunque ci sarà.
In Asia, il prezzo del gas naturale liquefatto è volato al record di $34,47 per MBTU. “In un arco doi tempo di più lungo termine, i prezzi ovviamente saranno inadeguati e prevediamo una normalizzazione graduale l’anno prossimo – ha commentato Oystein Kalleklev, ceo di Flex LNG Ltd – Ma con i siti di stoccaggio vuoti ci sarà una battaglia per lo stoccaggio la prossima estate, con il ribilanciamento del mercato che richiederà più tempo”.