Riscatto di ENI grazie ad assist petrolio: oltre +100% il dividendo e il titolo corre in Borsa
La forte risalita del petrolio e la solida performance nel secondo trimestre permettono a ENI di porre le basi per il ritorno a un dividendo corposo, al quale si aggiunge un piano di buyback da 400 milioni. Già a settembre è previsto l’acconto della cedola di 0,43 euro per azione.
Indicazioni che spingono il titolo a salire in controtendenza oggi a Piazza Affari con un rialzo di oltre l’1% in area 10,12 euro.
Utile netto adj di 0,93 mld nel 2° trimestre
Con la sponda del Brent cresciuto dai 61 $/bbl nel primo trimestre a 69 $, ENI è riuscita a tornare a livelli di utile pre-Covid. Il gruppo del Cane a sei zampe ha riportato nel secondo trimestre un ebit adjusted di 2 miliardi di euro rispetto alla perdita di 0,4 miliardi dello stesso periodo 2020 (€3,4 miliardi nel primo semestre con un incremento di €2,5 miliardi). Il risultato di Gruppo rispetto al 2020 è stato trainato da una robusta performance della E&P che registra un EBIT di €1,84 miliardi in aumento di €2,6 miliardi grazie alla ripresa dello scenario energetico e ai minori costi, nonostante 132 mila boe/giorno di minore produzione impattata principalmente dalle manutenzioni. Il risultato ha inoltre beneficiato di negoziazioni contrattuali con effetto retroattivo; miglior risultato storico della Chimica che registra un EBIT di €202 milioni, in aumento di €268 milioni, per effetto della ripresa economica, del miglioramento dei margini dei prodotti e, in tale contesto, della performance di produzione che ha consentito di cogliere il rimbalzo della domanda, nonché del contributo della chimica verde. Il business Eni gas e luce & Renewables registra EBIT di 71 milioni, in aumento di 48 milioni, per efficacia dell’azione commerciale, crescita base clienti e migliori margini.
L’utile netto adjusted torna a ai livelli pre-COVID attestandosi a 0,93 miliardi nel trimestre e 1,20 miliardi nel semestre in netto miglioramento rispetto alla perdita del 2020, con una variazione rispettivamente di +1,6 e +1,9 miliardi, per effetto della migliore performance operativa e della normalizzazione del tax rate (58% nel semestre) dovuta al miglioramento dello scenario upstream e alle migliori previsioni reddituali delle attività green in Italia.
L’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 risulta in forte riduzione a 10 miliardi, -1,5 miliardi rispetto a fine 2020.
Claudio Descalzi, AD di Eni, rimarca come nel secondo trimestre del 2021 il gruppo ha conseguito “risultati eccellenti superando il consensus di mercato di tutti i business e confermando il progressivo trend di recupero già in atto da tre trimestri. In un contesto economico più favorevole e uno scenario energetico con fondamentali migliorati, il Gruppo ha registrato €2 miliardi di EBIT e €0,93 miliardi di utile netto, con un incremento di +€1,6 miliardi rispetto al secondo trimestre 2020”.
Dividendo raddoppia a 0,86 euro
Il Consiglio di Amministrazione Eni, avendo valutato il miglioramento dei fondamentali dello scenario energetico e le prospettive di evoluzione del mercato, ha deliberato uno scenario di riferimento Brent di 65 $/bbl che in funzione della politica di remunerazione degli azionisti, ha determinato un dividendo annuale nell’esercizio fiscale 2021 di 0,86 euro per azione che cresce di oltre il 100% rispetto al 2020 ritornando a livelli pre-COVID. Deliberato anche l’avvio di un programma di buy-back da €400 milioni.
Il CdA ha deliberato anche la distribuzione del 50% del dividendo previsionale a titolo di acconto dividendo 2021, pari a 0,43 euro, con pagamento a settembre, mediante utilizzo delle riserve disponibili di Eni.
Outolook 2021
Per l’intero anno ENI prevede un cash flow operativo ante working capital superiore a 10 miliardi assumendo 65 $/bbl di Brent e un margine di raffinazione SERM leggermente negativo. La produzione di idrocarburi 2021 è confermata a circa 1,7 milioni di boe/giorno. Produzione nel terzo trimestre attesa a 1,68 milioni di boe/giorno.
La capacità rinnovabile installata e in costruzione risulta in forte crescita con target a fine anno pari a 2 GW, in significativo aumento rispetto alla precedente previsione di circa 1 GW. Grazie anche alle recenti acquisizioni, si stima che la capacità installata passi dal target iniziale di 0,7 GW a 1,2 GW a fine 2021.
Confermato uno spending organico per investimenti di circa €6 miliardi, di cui circa €4,5 miliardi nell’E&P; target esplorativo annuale di circa 500 milioni di barili di scoperte; GGP: utile operativo adjusted quasi a breakeven, nonostante il peggioramento dello scenario; free cash flow 2021 atteso a circa €200 milioni. Per la divisione Eni gas e luce & Renewables è stimato un utile operativo adjusted a €350 milioni, cash flow operativo di
circa €400 milioni; Nel Downstream l’utile operativo pro-forma è atteso a circa €400 milioni. La maggior parte del risultato è portato dalla Chimica la cui performance è prevista compensare i risultati della R&M con margini di raffinazione debolmente negativi.