Riforma banche popolari: per DBRS si tratterebbe di un’evoluzione positiva
È un giudizio positivo quello espresso da DBRS sulla riforma delle banche popolari, avviata dal governo italiano lo scorso 20 gennaio. Il provvedimento, ancora soggetto a discussione e approvazione parlamentare, ha l’obiettivo di spingere gli istituti popolari con asset superiori agli 8 miliardi di euro a diventare società per azioni. La conseguenza più importante della trasformazione è anche quella che genera le maggiori polemiche e pone i maggiori freni alla sua attuazione: l’abbandono del regime di voto capitario.
“Restrizioni all’azionariato, limitazioni ai diritti di voto e al voto per delega – spiegano gli analisti dell’agenzia di rating – furono originariamente disegnati con l’obiettivo di mantenere allineati gli interessi di queste banche con quelli del territorio di riferimento a cui facevano capo. Tuttavia oggi hanno meno senso per istituti di credito di grandi dimensioni e operanti in diverse regioni del Paese con un range di attività e servizi molto ampio”. Le grandi banche popolari ne risultano appesantite e incapaci, in situazioni di stress, di avere quella flessibilità necessaria a intraprendere azioni di ristrutturazione spesso necessarie. L’abolizione del voto capitario e di altre restrizioni che caratterizzano la governance delle banche popolari “ridurrebbe la sproporzionata influenza che hanno alcuni gruppi come gli impiegati, gli imprenditori locali e i partiti politici”. Allo stesso tempo “la nuova struttura legale le spingerebbe a essere più orientate verso il perseguimento delle performance”.
Il commento di DBRS non fa riferimento ai rating delle banche coinvolte dalla riforma anche se “ne verranno valutati in futuro gli impatti sui singoli istituti”. L’approvazione è sulla riforma nel suo complesso. “Secondo la nostra opinione la proposta del governo aiuterà le banche popolari ad allinearsi all’ambiente operativo e normativo che si trovano ad affrontare. Allo stesso tempo le banche popolari di minori dimensioni potranno continuare a competere su base locale, fornendo un’alternativa agli istituti di credito più grandi”.
“Insieme con il possibile miglioramento nella corporate governance e la maggiore capacità di raccolta di capitali – termina il report – DBRS si aspetta che la riforma possa incoraggiare processi di ristrutturazione e consolidamento più rapidi nel settore. Ciò porterebbe un miglioramento dell’efficienza e una riduzione della frammentazione del settore bancario italiano”.
Il voto del Parlamento sul provvedimento dovrebbe avvenire entro sessanta giorni dall’annuncio iniziale. In caso di approvazione la trasformazione delle banche popolari in società per azioni potrebbe essere completa entro la fine del 2016.