Riflettori accesi su Telecom Italia, Cheuvreux boccia il titolo
Debito elevato, mancanza di diversificazione geografica, struttura dell’azionariato: sono questi, secondo gli analisti di Cheuvreux, i principali fattori negativi per Telecom Italia. Il gruppo tlc sta attraversando una settimana decisiva tra indiscrezioni che riguardano lo scorporo della rete e l’indagine sul riciclaggio effettuata dalla Procura di Roma. In più è arrivato anche il downgrade da parte dell’istituto francese, a sell dal precedente giudizio underperform, ed anche il taglio del target price a 0,85 euro, ovvero circa il 20% in meno rispetto all’attuale prezzo di mercato.
Lo scorso anno, a detta di Cheuvreux, Telecom ha vissuto il massimo declino a livello di ricavi, che era stato però bilanciato da una combinazione di aggressivo contenimento dei costi e di benefici derivanti dall’autorità regolatoria. “Il gruppo aveva quindi diverse strategie per raggiungere la massima efficienza ma ormai i benefici sono già stati assorbiti e si continua a scorgere un declino strutturale del business domestico”. Cheuvreux si aspetta una flessione degli utili soprattutto nei primi sei mesi del 2010 “così come il business mobile domestico procederà con margini sotto pressione. Inoltre il nuovo piano triennale non sta attirando l’attenzione degli investitori”.
Secondo gli analisti una politica a dividendo 0 per i prossimi tre anni e una trasformazione delle partnership internazionali rappresentano le strategie necessarie che potrebbero restituire una “equity story” alla compagnia guidata da Franco Bernabè. “Sfortunatamente il management non si muove in questa direzione a causa dei forti interessi degli azionisti di controllo”. Cheuvreux, inoltre, non prevede un deal con Telefonica nel breve periodo. “Non abbiamo trovato uno scenario rischi/rendimento interessante per gli azionisti minori, che nutrono attrazioni diverse rispetto ai maggiori player coinvolti”.
Sul fronte giudiziario, oggi il gip Aldo Morgigni deciderà sulla richiesta di commissariamento di Fastweb e TI Sparkle, controllata di Telecom Italia, società indagate per riciclaggio dalla Procura di Roma. Davanti al giudice si prospettano tre possibilità: può decidere direttamente sulle misure restrittive avanzate dalla Procura, oppure concedere il rinvio dell’udienza chiesto dai legali delle società per trovare una soluzione alternativa al commissariamento, o ancora può fissare una nuova udienza.
Ieri, invece, indiscrezioni di stampa parlavano di un faccia a faccia tra il premier Silvio Berlusconi e il numero uno di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, sul futuro di Telecom e lo scorporo della rete. Un’idea, a quanto riportato, che riceverebbe l’ok da parte del premier ma che trova il principale ostacolo nell’amministratore delegato del gruppo tlc Franco Bernabè, contrario a qualsiasi tentativo si smembramento.