Rete Tim, Governo dice no a piano alternativo. Per analisti “mancano elementi concreti”

Molto rumore (per nulla) sul fronte della Rete Tim? Nelle ultime 72 ore, l’affaire per NetCo è finito sotto i riflettori. Il colpo di scena è arrivato venerdì scorso a mercati chiusi, con una proposta alternativa a quella vincolante del fondo Usa KKR dello scorso 15 ottobre. Un “piano alternativo” messo in piedi dal fondatore di Merlyn Advisors Alessandro Barnaba, ex di JP Morgan, e da Stefano Siragusa, ex vicedirettore generale di Tim che ha lasciato l’azienda nel dicembre 2022. Una proposta quella chiamata “TimValue” (con tanto di sito) che è stata bocciata dal governo e che ha sollevato non pochi dubbi di fattibilità tra gli analisti.
Intanto a Piazza Affari, al momento Telecom Italia viaggia in rialzo dopo una partenza fiacca: il titolo sale di quasi l’1% a quota 0,2435 euro.
TimValue in campo con un piano alternativo per un “futuro diverso”
E’ iniziata a circolare venerdì sera una proposta nuova per la Rete di Tim. Una lettera di ben 37 pagine inviata all’attenzione del consiglio di amministrazione di Tim con l’eloquente oggetto “un futuro diverso per Tim” che viene presentato come “un piano alternativo nell’interesse degli azionisti di Tim e dell’Italia“. Bisogna chiarire che Merlyn Partners, ovvero il fondo d’investimento lussemburghese gestito da Merlyn Advisors Ltd. rappresenta (direttamente o in delega) un gruppo di azionisti di Tim, che “detengono un ammontare di azioni ordinarie della società inferiore alla soglia del 3%, rilevante per l’obbligo di comunicazione di legge”.
I punti chiave della lettera
“Al posto di vendere la rete, Tim deve dismettere le proprie attività regolate e consumer per trasformarsi in un’azienda tecnologica infrastrutturata in grado di offrire soluzioni digitali a valore aggiunto ai propri clienti business e alla pubblica amministrazione grazie alla propria rete“. Questo il punto di partenza del piano alternativo della cordata, secondo la quale “questo piano alternativo favorisce la creazione della rete nazionale sotto la guida strategica di CDP, per difendere gli interessi degli italiani”. Un piano che “non richiede fondi al governo” e “ripristina una corretta governance nel consiglio di amministrazione, coinvolgendo e accogliendo tutti gli stakeholder, rispettando la storia di tim, valorizzando e salvaguardando la forza lavoro e l’indotto“. Tra i punti chiave della lettera l’idea che può creare valore per tutti gli azionisti e, una volta attuato, il prezzo delle azioni potrebbe tornare a 1 euro e si potrà reintrodurre il pagamento dei dividendi agli azionisti”.
In particolare, il piano alternativo targato TimValue si articola di sei punti chiave:
- mantenere NetCo e tutta la rete in Tim;
- Creare TechCo;
- Creare la rete unica a guida Cdp in TechCo senza alcuna richiesta di investimento da parte del Paese;
- Ristrutturare, scorporare e vendere TIMConsumer;
- Vendere Tim Brasil;
- Lasciare TechCo quotata in borsa e, poi, rinominarla Telecom Italia.
Le critiche a Labriola
Puntano poi il dito contro l’a.d. di Tim, Pietro Labriola. “Non condividiamo – scrivono – il piano proposto dal Dottor Pietro Labriola. L’attuale progetto di scorporare la rete creando la Network Company,NetCo, separata dal resto del business di Tim, ServiceCo, per poi venderla, è, a nostro avviso, sbagliato industrialmente, è estremamente vago e destabilizzante per il futuro di Tim”. E aggiunge: “TIMValue ritiene che Labriola non stia attuando un piano di creazione di valore, come chiaramente riflesso dal prezzo delle azioni di TIM, ma stia estraendo risparmi unicamente dalla forza lavoro di Tim attraverso una serie di riduzioni salariali e licenziamenti che stanno distruggendo il patrimonio strategico di TIM: il know-how e la passione dei dipendenti di TIM oltre che la dedizione dei fornitori”.
La nota di Tim
La conferma dell’invio della nuova proposta è arrivata sabato mattina da Tim che, su richiesta di Consob, ha fatto sapere di “avere ricevuto nella giornata di venerdì scorso una comunicazione da Merlyn Advisor LTD e RN Capital Partner, di cui peraltro è stata data ampia diffusione già in concomitanza dell’invio alla società“.
La società ha indicato che “una volta verificata la partecipazione azionaria in capo al fondo proponente, sottoporrà il documento al consiglio di amministrazione, che si riunirà il prossimo 3 novembre”. Occasione in cui è stato ribadito che “il progetto NetCo in corso di esame è in linea con il piano approvato all’unanimità dal cda e presentato nel Capital Market Day nel luglio dello scorso anno”. Con una precisazione finale: “In tale quadro, proseguono le attività propedeutiche alle decisioni in ordine alle offerte ricevute dal fondo KKR nel corso delle già programmate riunioni del 3 e 5 novembre“.
Equita: ipotesi alternative mancanti di elementi concreti, finanziariamente non percorribili
“Oltre a non avere il supporto del governo e a mancare totalmente di elementi concreti che diano qualche garanzia sulla fattibilità della proposta, il ‘piano’ solleva a nostro avviso forti perplessità anche sulla sostenibilità finanziaria“, commentano gli analisti di Equita. I motivi? Secondo gli esperti “ai valori di mercato di oggi, la cessione di Tim Brazil non migliora il leverage del gruppo, che salirebbe anzi da 3,9 volte a 4,3 volte D/EBITDA aL e ridurrebbe significativamente il cash flow operativo. La cessione di Tim Brazil avrebbe quindi un impatto finanziario positivo solo se condotta con un premio molto elevato rispetto ai valori di mercato correnti, come ribadito in passato anche dalla società”. Inoltre, spiegano da Equita, “la cessione di ConsumerCo difficilmente può avvenire a valori interessanti prima di aver completato il turnaround”.
Bocciatura del governo
“Riteniamo che questo piano alternativo sia coerente e pienamente allineato alle esigenze del Paese e alle richieste del Governo, oltre che pienamente conforme alla visione del Governo riassunta nel MoU firmato il 10 agosto 2023 e nei successivi decreti firmati il 29 agosto 2023”, si legge nella lettera di TimValue.
E la risposta del Governo, con la sua bocciatura non è tardata ad arrivare. Dal Mef replicano che “in merito alla sedicente proposta recentemente emersa sul futuro di Tim” per il governo non esistono piani alternativi su NetCo a quello perseguito e comunicato alla società e al mercato.