REPowerEU, il calcolo del dividendo per l’Italia in termini di benefici economici e nuovi occupati
I rischi per la sicurezza energetica provocati dalla guerra in Ucraina stanno mettendo a repentaglio l’accesso alle fonti di energia fossile. Come spiegato da Piero Cipollone, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, intervenuto ieri al convegno “Ambiente, Mercato, Comunità: spunti per l’educazione alla ragione”, organizzato a Roma dal Ministero dell’Istruzione, dal punto di vista economico “la guerra ha peggiorato le prospettive di crescita, ancora segnate dagli effetti persistenti della pandemia, ha causato un ulteriore deciso aumento dei tassi d’inflazione, proprio su quei beni, alimentari ed energia, che maggiormente incidono sul benessere delle fasce di popolazione più vulnerabili”. “L’elevata incertezza mette a rischio anche i progressi fin qui raggiunti nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, più inclusivo e più responsabile verso l’ambiente”.
Proprio a seguito dello scoppio del conflitto la Commissione ha proposto il programma REPowerEU per conseguire una maggiore sicurezza energetica riducendo la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, accrescendo la diversificazione degli approvvigionamenti, innalzando l’efficienza nell’uso di energia e il ricorso a fonti rinnovabili.
Guardando all’Italia, che impatti economici avrà il REPowerEU? Stando a quanto calcolato da Elettricità Futura il nuovo Piano europeo REPowerEU si traduce nell’obiettivo +85 GW di rinnovabili al 2030 che ci permetterà di raggiungere l’84% di elettricità rinnovabile nel mix elettrico.
Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, ha indicato che l’accelerazione delle rinnovabili coerente con il REPowerEU 2030 comporterà per l’Italia 309 miliardi di euro di investimenti cumulati al 2030 del settore elettrico e della sua filiera industriale, 345 miliardi di benefici economici cumulati al 2030 in termini di valore aggiunto per filiera e indotto, e crescita dei consumi nazionali, 470.000 nuovi posti di lavoro nella filiera e nell’indotto elettrico nel 2030 (che si aggiungeranno ai circa 120.000 di oggi) e una riduzione del 75 % delle emissioni di CO2 del settore elettrico nel 2030 rispetto al 1990”.
Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, intervenuto all’Assemblea di ieri di Elettricità Futura, ha dichiarato: “Più acceleriamo sulle rinnovabili, più saremo liberi di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili. Si tratta di un’equazione: la decarbonizzazione deve procedere secondo i programmi europei e bisogna tenere in piedi anche la filiera industriale del Paese. La transizione deve essere giusta, non si può fare una transizione a spese dei lavoratori. Queste due necessità devono andare di pari passo: è il momento della coesione tecnica per trovare le roadmap più sostenibili.”
Obiettivi più ambiziosi su aumento capacità da energie rinnovabili
Secondo quanto riporta oggi Il Sole 24 Ore lo stesso Cingolani avrebbe trovato un nuovo punto di accordo con le imprese energetiche (Elettricità Futura) sul percorso di crescita delle Rinnovabili, con obiettivi ambiziosi di aumento delle rinnovabili: 5 GW in più nel 2022, 6 GW nel 2023, 8 GW nel 2024 e 30 GW nel periodo 2025-2027.