Renzi sale al Colle, a Padoan il ministero dell’Economia. Il focus si sposta sulla crescita.
“Sono in partenza per Roma. Mi hanno chiamato a fare il ministro dell’Economia”. È quanto ha dichiarato Pier Carlo Padoan a Il Sole 24 Ore poco prima di lasciare Sydney, dove partecipava al G20 come vice segretario e capo economista dell’Ocse, alla volta dell´Italia.
La scelta del ministro dell’Economia è stata la più dura all’interno del nuovo esecutivo Renzi visto che da un lato era necessaria una rottura rispetto al recente passato ma dall’altro non era possibile ignorare la continuità tanto cara al Quirinale e alle istituzioni europee.
La scelta è così caduta su Padoan che ha battuto la concorrenza di Graziano Delrio, già ministro dell’esecutivo Letta, e soprattutto dell’accoppiata composta da Lucrezia Reichlin e Guido Tabellini. Padoan, in procinto di esser nominato alla presidenza dell’Istat, prima dell’Ocse ha ricoperto il ruolo di direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale per l’Italia, di consulente della Bce e della Commissione europea e ha in curriculum una notevole esperienza accademica.
Politicamente vicino a D’Alema, il neo-ministro tende a privilegiare la tassazione sui patrimoni e immobili a scapito di quella sul lavoro. Secondo quanto dichiarato recentemente, Padoan ritiene che il grande problema del nostro Paese non sia rappresentato dall’alto indebitamento, ma dal basso livello di crescita.
Nell’ambito del suo mandato all’Ocse, il prossimo inquilino di via xx settembre si è distinto per le richieste di politiche più espansive da parte della Bce e ha criticato le rigide misure di austerità imposte alla periferia di Eurolandia.