Recessione, per molti ma non per Moody’s
Uno scenario alquanto confuso è quello che si para davanti agli investitori in questo primo scorcio di 2008. I timori di una recessione negli Stati Uniti d’America sono diventati, per alcuni, delle certezze all’indomani della diffusione dei dati sulla creazione di nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli nel mese di dicembre, dato sceso ai minimi dall’agosto del 2003. Non per tutti però. Una visione alternativa la offrono gli analisti di Moody’s in un report di recente emissione. Secondo gli esperti della casa di rating, il rischio di arretramento per l’economia a stelle e strisce non è così elevato come scontato dai mercati a seguito della pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro.
Una delle variabili che spingono gli esperti di Moody’s ad affermare che le condizioni attuali non permettono di dire che ci sarà probabilmente una recessione è data dal ruolo del dollaro. Il declino del biglietto verde avrà un effetto positivo sulla crescita nel corso del 2008, in quanto renderà più attraenti gli asset statunitensi all’estero. Nel frattempo il 2007 dovrebbe essersi concluso, secondo le stime, con un prodotto interno lordo al 2% dal 3,3% del 2006 a causa della netta frenata dell’ultimo trimestre dell’anno.
La recessione non è un timore che gli analisti di Moody’s dismettono del tutto naturalmente. Lo scenario per il 2008 rimane quantomai depresso e la crescita subirà ancora i contraccolpi della crisi del comparto immobiliare e del settore dei mutui subprime e le restrizioni sul mercato del credito: “Se prezzi delle case, fiducia e consumi continueranno a calare, potremmo vedere una crescita negativa nel corso del primo trimestre dell’anno”. Tuttavia, anche se il rischio di recessione è in crescita, “non rappresenta ancora lo scenario centrale” a differenza di quanto è sembrato dopo la pubblicazione delle rilevazioni mensili sul mercato del lavoro.