Rapporto Mediobanca, le banche primeggiano a Piazza Affari
Piazza Affari si piega ma non si spezza. Le turbolenze sui mercati finanziari, arrivate dagli Stati Uniti, hanno minato solo in parte i guadagni della City milanese, che ha risentito della crisi dei mutui subprime solo negli ultimi 18 mesi. Un punto messo in evidenza nell’ultima indagine condotta dall’ufficio studi di Mediobanca “Indici e dati 2007”.
Dai primi mesi dell’anno scorso a giugno 2007, i principali indici italiani hanno continuato a correre, mettendo a segno una crescita pari a circa il 18,5%, lievi segnali di frenata – compresi tra il 4 e 5% – si sono registrati da luglio fino ad oggi.
Capitalizzano circa un terzo del totale e scalano anche le classifiche europee. Sono gli istituti di credito nostrani che – come si apprende nello studio pubblicato da piazzetta Cuccia – hanno conquistato il ruolo di protagoniste in Borsa sia nel Vecchio Continente sia in Italia: da fine 1997 hanno, infatti, guadagnato nove punti percentuali per arrivare fino al 30% a scapito delle assicurazioni. Se si va indietro nel tempo, i rendimenti annui più elevati dal 1984 sono, appunto, quelli riportati dalle due superbanche italiane: Intesa Sanpaolo, in progresso del 17% e Unicredit, che ha segnato un +15,8%.
Ma c’è un altro fenomeno, che ha tenuto banco in Borsa. Piazza Affari è stata la regina dei dividendi, distribuendo ricchezza agli azionisti. In dettaglio, i dividendi sono saliti dai precedenti 22,8 miliardi nel 2005 ai 30,4 nel 2007. Numeri che appaiono ancora più significativi se il confronto si fa su un intero decennio: nel 1997 i dividendi staccati erano pari a 1,1 miliardi, mentre ora sono saliti a quota 11,9 miliardi. E anche in questa occasione sono le banche a mettersi in mostra, con Intesa Sanpaolo in testa.
La palma della migliore del listino, da inizio 2006 al 30 giugno 2007, è stata conquistata da Fiat. Il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha registrato un rendimento medio annuo pari al 109,5%. Non è andata così bene, invece, ad Alitalia e Telecom, che nello stesso periodo hanno perso il 7,8% e il 4,%.