Notizie Asset Class Commodity Rally dell’oro, Goldman Sachs alza ancora l’asticella e cita gli ETF. Ecco il nuovo target stellare

Rally dell’oro, Goldman Sachs alza ancora l’asticella e cita gli ETF. Ecco il nuovo target stellare

Pubblicato 14 Aprile 2025 Aggiornato 15 Aprile 2025 08:47

Sono trascorse solo due settimana ed ecco che Goldman Sachs rimette mano alle sue previsioni sull’oro, con un target stellare. I fattori? Da una parte la notevole domanda da parte delle banche centrali e dall’altra il ruolo dell’oro come bene rifugio contro la recessione e i rischi geopolitici. Gli analisti di Goldman prevedono che il metallo prezioso salga a 3.700 dollari l’oncia entro la fine di quest’anno e a 4.000 dollari l’oncia entro metà 2026.  Per gli strategist di UBS le quotazioni del metallo giallo dovrebbero arrivare a 3.500 dollari l’oncia entro dicembre 2025.

Vediamo nel dettaglio le motivazioni che hanno spinto la banca d’affari Usa ad alzare nuovamente le stime sul metallo prezioso.

Goldman Sachs e le nuove previsioni sull’oro

Goldman Sachs ha rivisto nuovamente al rialzo le sue stime sull’oro per la fine del 2025 a 3.700 dollari per oncia contro la recente previsione di 3.300 dollari, con un intervallo previsto di 3.650-3.950 dollari, “poichè incorporiamo una domanda più forte del previsto da parte delle banche centrali e maggiori afflussidi ETF a causa dell’aumento dei rischi di recessione”.

Nel caso si verificasse una recessione, gli afflussi di ETF potrebbero accelerare ulteriormente e sollevare i prezzi dell’oro a 3.880 dollari per oncia  entro la fine dell’anno“, si legge nella nota che porta la data di venerdì scorso firmata dalla banca d’affari Usa. “Detto questo, se la crescita sorprendesse al rialzo grazie alla riduzione dell’incertezza politica, i flussi dell’ETF tornerebbero probabilmente alle nostre previsioni basate sui tassi, con prezzi di fine anno più vicini a 3.550 dollari.

Oro e dollaro

Partendo da una analisi sul dollaro nell’era dazi, Giordano Lombardo, Founder, CEO e Co-CIO, Plenisfer Investments SGR, scrive: “Il punto cruciale è che i trend valutari saranno guidati meno dalle prospettive di un aumento o diminuzione dei tassi di interesse in un paese verso quelli negli altri paesi, ma più dalla “forza” strutturale delle economie sottostanti: bassa inflazione; tassi di interesse sotto controllo; politiche economiche stabili e prevedibili“.

E aggiunge: “tutto ciò ci fa propendere verso un sottopeso strutturale del dollaro e un sovrappeso strutturale dell’oro. Infatti, in questo contesto di fuoriuscita dei capitali dagli asset in dollari, è prevedibile anche un aumento della domanda di investimento in oro, che finora era stata sostenuta solo dalla domanda dei paesi emergenti, ma molto poco dalla domanda degli investitori occidentali (ETF). E in questo scenario, l’oro potrebbe salire ben oltre i livelli attuali“.

Le quotazioni dell’oro di oggi

Dopo il recente rally e con il recupero dell’equity, le quotazioni del metallo giallo sono in calo, pur viaggiando sopra i 3200 dollari l’oncia (massimo storico raggiunto lo scorso 11 aprile a quota 3245 dollari l’oncia).

Il tutto mentre i mercati azionari hanno iniziato bene la settimana, sempre con un occhio attento al flusso continuo di notizie in arrivo dal fronte della guerra commerciale. Oggi l’attenzione si è concentrata sui semiconduttori. Al momento, secondo quanto dichiarato da Trump, semiconduttori e prodotti elettronici sono esentati dai dazi bilaterali ma saranno soggetti a dazi specifici che saranno annunciati in settimana. Una mossa che ha allentato brevemente le tensioni commerciali e aumentato la propensione al rischio, ma le prospettive nel complesso per l’oro potrebbero rimanere rialziste. Il metallo prezioso ha superato i 3.200 dollari la scorsa settimana, in un contesto di forte domanda di beni rifugio e di alta volatilità del mercato. Anche le tensioni geopolitiche continuano a sostenere la domanda.