Raggiunta intesa parziale Usa-Cina su commercio, mercati sorvolano le minute di Bce e Fed
Lasciati per il momento da parte i timori di un rallentamento globale dopo l’ultima tornata di dati macroeconomici deboli sulla salute dell’economia americana ed europei, i mercati azionari hanno ripreso a salire in scia all’ottimismo per gli ultimi sviluppi sulla questione commerciale tra Stati Uniti e Cina. Dopo l’ultimo round di colloqui che si è tenuto a Washington le due superpotenze mondiali hanno raggiunto un’intesa parziale. Il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin ha comunicato che l’aumento dei dazi dal 25% al 30% che sarebbe dovuto scattare il prossimo 15 ottobre su $250 miliardi di beni cinesi importati dagli Usa non entrerà in vigore. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato che le controparti hanno “raggiunto la fase uno di un accordo molto significativo”, su nodi cruciali che includono la proprietà intellettuale e i servizi finanziari, con cui la Cina si è impegnata ad acquistare prodotti agricoli Usa per un valore di $40-$50 miliardi. Trump ha parlato di “un accordo che va bene alla Cina, agli Stati Uniti e al mondo”, affermando trionfante che “siamo vicini alla fine della guerra commerciale”.
Sullo sfondo, la diffusione delle minute da parte del Fomc, da cui risulta che diversi funzionari hanno citato l’inflazione nel giustificare il desiderio di procedere a un altro taglio dei tassi, in occasione della riunione di settembre. Le minute del braccio di politica monetaria della Federal Reserve sono relative alla riunione del 17-18 settembre, in cui Powell & Co hanno preso la decisione di procedere a un secondo taglio dei tassi, dopo quello di luglio, pari a 25 punti base, al range compreso tra l’1,75% e il 2%. Dalle minute emerge che i banchieri hanno manifestato preoccupazioni sull’“aumento significativo” delle probabilità di una recessione negli Stati Uniti, a causa del rallentamento della crescita globale e alle conseguenze dell’escalation delle tensioni commerciali e geopolitiche.
Dopo le minute della Federal Reserve, anche le minute della Bce, relative al meeting dello scorso 12 settembre, in cui, oltre a tagliare i tassi sui depositi dal -0,40% al -0,50%, il numero uno Mario Draghi ha annunciato diverse iniziative straordinarie di politica monetaria espansiva, tra cui il ripristino del Quantitative easing. Dalle minute emerge una banca centrale sempre più divisa: il QE è stato sostenuto da “una chiara maggioranza”, il sistema tiering da “una maggioranza” e il taglio del tasso sui depositi di 10 punti base da “una maggioranza molto grande”. Tutti gli esponenti del Consiglio si sono trovati d’accordo, in ogni caso, sulla necessità che la Bce lanciasse una politica monetaria più accomodante.
In questo contesto i trader hanno apprezzato i certificati a leva su azioni e indici. Il più scambiato nell’ultima settimana con 43 contratti e circa 1,6 milioni di euro di controvalore è risultato il Mini Long (Isin NL0012157507) su Enel con scadenza prevista per il 18 dicembre 2020. Il prodotto presenta una leva che è arrivata a circa 1,9 volte, in virtù di un livello strike a 3,2571 euro e distanza dal Knock Out di circa il 49%.
In primo piano anche le fluttuazioni delle Borse americane. Tra i prodotti più apprezzati troviamo il Turbo Short (Isin NL0013493356) sul Nasdaq 100 con scadenza il 18 dicembre 2019. Il certificato presenta una leva che è arrivata a circa 13,21 volte, in virtù di un livello strike a 8.2501 punti e distanza dal Knock Out di circa il 7%. Ammonta a circa 1,1 milioni di euro il controvalore scambiato su questo prodotto, per un totale di 67 contratti.
Nel mirino dei trader è entrato anche il Turbo Short (Isin NL0013493141) legato all’S&P 500 con 79 contratti e circa 922 mila euro di controvalore. Il prodotto, con scadenza 18 dicembre 2019, ha un livello di Strike a 3.100 punti e di conseguenza negli ultimi giorni ha visto la leva posizionarsi intono alle 15 volte. La distanza dal Knock Out è di circa il 6%.
Infine, non sono mancate le contrattazioni sul mercato italiano. Il più scambiato è stato il Turbo Short (Isin NL0013492291) sul Ftse Mib che ha raccolto 489 mila euro con 19 contratti. Il certificato, con scadenza 20 dicembre 2019, ha Strike a 23.500 punti e leva che ha raggiunto 10 volte (distanza dal Knock Out del 9%).