Notizie Notizie Italia Prysmian: fase di correzione in attesa dettagli aumento per operazione General Cable

Prysmian: fase di correzione in attesa dettagli aumento per operazione General Cable

11 Aprile 2018 15:02

Dal massimo storico del 2 novembre 2017 a 30,17 euro, il titolo Prysmian ha perso oltre il 20% sottoperformando il FTSE Mib di oltre il 10%. Dinamica legata a diversi fattori.

Del resto, la corsa che ha caratterizzato il titolo dal febbraio del 2016 ha permesso a Prysmian di guadagnare quasi il 90% fino al su citato massimo . Comprensibile dunque una fase di correzione in uno scenario che nel complesso sta penalizzando i titoli industriali tra paure di rallentamenti economici e rialzo dei tassi.

 

Più company specific invece appaiono le preoccupazioni legate all’incremento dell’indebitamento finanziario netto, a seguito dell’acquisizione di General Cable. Ricordiamo però che Prysmian ha una struttura patrimoniale invidiabile con indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2017 a 436 milioni. Questo implica un rapporto Net Debt/Ebitda 2017 pari a 0,6 volte, dunque molto basso e un ratio Net Debt/Equity pari a 0,3 volte. Certamente, tale situazione, almeno in una prima fase, sarà destinata a cambiare per l’acquisizione di General Cable che sarà perfezionata nel terzo trimestre 2018 per un costo di 3 miliardi (500 mln di aumento di capitale e il resto tramite cassa e nuovo debito), portando il valore del Net Debt/Ebitda a salire ben oltre le 2 volte. Cosa che, visto il premio pagato per le azioni di General Cable, forse considerato eccessivo dal mercato (81%) per un ritorno che andrà verificato, può aver avviato un po’ di vendite sul titolo. Ricordiamo inoltre che domani si svolgerà l’Assemblea degli azionisti (12 aprile 2018) dove potrebbe essere anche annunciato l’aumento di capitale per 500 milioni. Normale dunque un po’ di volatilità in queste ultime sedute.

 

Qualche preoccupazione forse segue anche il sentiment degli ultimi mesi di un possibile rallentamento della crescita a seguito delle trade war. La questione dazi però non dovrebbe impattare Prysmian in termini di redditività, poiché la multinazionale italiana sostanzialmente rigira al cliente finale l’eventuale aumento dei costi delle materie prime. Qualcuno inoltre ha cominciato anche a guardare in questi giorno a possibili complicazione dal rafforzamento delle sanzioni USA verso la Russia. Ma Prysmian fattura meno del 1% in Russia. Dunque nessun impatto potrebbe venire da questo lato.

 

Forse a contribuire ai ribassi delle ultime settimane vi è anche un po’ di confusione sul consensus Bloomberg sull’Ebitda adjusted 2018. A seconda della banca d’affari infatti viene inclusa o meno l’Ebitda di General Cable. Maggior chiarezza sarà fatta il 10 maggio con la pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2018 e della guidance societaria.

 

Analisi tecnica: fondamentale la tenuta dei 24 euro

 

È un grafico che denota ancora debolezza quello di prysmian caratterizzato da una profonda correzione che ha messo sottopressione e rotto diversi livelli importanti. A partire dalla trend line di lungo corso descritta dai minimi del 9 febbraio e 6 luglio 2016, che ha visto il pull back col massimo 2018 del 24 gennaio a 29,74 euro. Importante il break-out dei 26 euro, livello di supporto fondamentale. Il 9 aprile di quest’anno poi i corsi hanno oltrepassato al ribasso anche la trend line di lunghissimo corso e il ritracciamento del 38,2% di Fibonacci, arrestandosi poi poco sopra 24 euro (dal minimo del 16 ottobre 2014). Fondamentale la tenuta di questo livello e il recupero della su citata trend line (e Fibonacci point), per rivedere forza sul titolo. In tal caso la prima resistenza importante è quella dei 26 euro. La rottura al ribasso dei 24 euro invece aprirebbe la strada al supporto in area 23,11 euro. Particolarmente importante perché vi passa il ritracciamento del 50% di Fibonacci relativa alla trend line di lungo corso (dal minimo del febbraio 2016), ma anche il 38,2% del ritracciamento del trend ascendente sviluppato dal minimo di ottobre 2014.

 

Fonte: Bloomberg