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Prospettive economiche e di mercato per il 2012 di Invesco

5 Gennaio 2012 15:42
Pubblichiamo un estratto delle prospettive economiche e di mercato per il 2012 di John Greenwood, chief economist di Invesco.
 
Secondo Greenwood il risanamento dei bilanci nel settore privato e le misure di austerità da parte dei governi caratterizzeranno anche tutto il 2012 dei paesi sviluppati. Per i paesi emergenti sono previsti tassi di crescita del Pil reale leggermente inferiori al 2010 e al 2011. Nota positiva: l’inflazione registrerà un calo generalizzato.
Il destino dell’economia mondiale e le prospettive dei mercati finanziari nel 2012 e nel 2013 dipendono essenzialmente dalle risposte a tre grandi quesiti: la crisi dell’Eurozona verrà risolta in modo efficace e tempestivo? L’economia degli Stati Uniti saprà riconfermare il miglioramento della performance evidenziato ultimamente? E quella cinese eviterà un atterraggio duro nel 2012?
Le risposte a queste domande non sono tutte positive. L’esito della crisi debitoria nell’Eurozona è tuttora molto incerto. Negli Stati Uniti, il miglioramento della performance economica è stato circoscritto, limitato cioè solo ad alcuni settori. E anche se questi progressi dovrebbero in parte continuare, è probabile che l’economia in generale vada incontro ad un rallentamento nel 2012 causato da molti dei problemi che l’hanno penalizzata nel 2011. Infine, per quanto riguarda la Cina, la sua economia è tuttora eccessivamente dipendente dalla domanda estera e pertanto molto vulnerabile all’aggravarsi della crisi in Europa. Quindi, anche se l’adozione di misure per l’incentivazione fiscale e monetaria del mercato interno sembra ormai quasi certa nel 2012, il tasso di crescita complessivo della Cina dovrebbe essere inferiore a quello registrato nel 2010 o all’inizio del 2011.
 
Sfortunatamente, i leader dell’Eurozona continuano ad affrontare i problemi più gravi facendo sempre troppo poco e troppo tardi. I tassi di riferimento delle banche centrali nei paesi sviluppati resteranno su livelli estremamente bassi per un lungo periodo, quindi l’attenzione dovrebbe concentrarsi tuttora sugli asset di qualità che generano rendimenti sicuri e sostenibili, come le obbligazioni corporate e high yield nel settore del reddito fisso, le azioni “assimilabili alle obbligazioni”, cioè titoli con dividendi protetti da una crescita costante degli utili e dotati di solide coperture contro scenari economici di debolezza, o i fondi immobiliari che possono offrire flussi stabili e sostenuti di ricavi da locazione.