Notizie Notizie Mondo Preview BCE: analisti vedono rialzo jumbo e Barclays guarda già ad attivazione scudo TPI anti-spread per l’Italia

Preview BCE: analisti vedono rialzo jumbo e Barclays guarda già ad attivazione scudo TPI anti-spread per l’Italia

5 Settembre 2022 11:11

La BCE sarà probabilmente costretta ad emulare la Fed per tamponare la rincorsa dell’inflazione Ad agosto infatti l’inflazione ha toccato un nuovo record, peggiorando l’outlook per l’Europa e rendendo più probabile una recessione dell’economia.

Di fronte a questo scenario, gli analisti ritengono sempre più probabile un rialzo dei tassi da parte dell’Eurotower di 75 punti base durante la prossima riunione di politica monetaria prevista per l’8 settembre, nonostante alcuni membri del Consiglio Direttivo abbiano espresso perplessità in merito alle conseguenze di una normalizzazione troppo rapida del previsto (tra questi il Capo Economista, che di recente si è espresso a favore di aumenti minori ma costanti).

Rialzi tassi BCE: le previsioni di Barclays e Generali Investments

In particolare, gli analisti di Barclays stimano le seguenti strette monetarie nei prossimi mesi: +75 punti base di rialzo dei tassi d’interesse ufficiali a settembre, +50 punti base a ottobre e +25 punti base a dicembre, rispetto alle precedenti previsioni di +50 pb, +25 pb e 0 pb per i 3 meeting autunnali. Le motivazioni sono da ricercare nelle recenti dichiarazioni da falco dei vari membri del Board, nella valutazione delle prospettive a medio termine del rischio inflattivo e delle sue ripercussioni sui salari e nei maggiori rischi di frammentazione finanziaria tra gli Stati dell’Eurozona. In sostanza, secondo gli analisti di Barclays il tasso sui depositi arriverà a 150 punti base entro fine anno.

Non solo. Secondo loro la BCE manterrà il sistema di remunerazione delle riserve in eccesso a scaglioni per limitare il rendimento corrisposto alle banche sull’eccesso di liquidità ora che i tassi di policy sono in aumento.

Tuttavia, non prevediamo alcun ulteriore aumento dei tassi nel 2023, nonostante i prezzi di mercato si inaspriranno ulteriormente. Pensiamo che entro il primo trimestre del 2023 i dati macro mostreranno le dimensioni e la persistenza della recessione generata dallo shock energetico e aggravata dalla contrazione monetaria. Sulla base delle nostre previsioni aggiornate, la BCE aumenterebbe infatti i tassi di policy di 200 punti base in sei mesi, portando l’Istituto di Francoforte a rivedere al ribasso le prospettive di inflazione a medio termine e a porre fine al ciclo di inasprimento”, spiegano gli analisti di Barclays.

Secondo Martin Wolburg, Senior Economist di Generali Investments,

le aspettative di inflazione basate sul mercato e le proiezioni del Survey of Professional Forecaster continuano a mostrare un’inflazione al di sopra dell’obiettivo del 2% a medio termine e alcuni parametri sono ulteriormente peggiorati negli ultimi tempi. Non sorprende che i membri del Consiglio Direttivo BCE abbiano adottato una posizione più aggressiva e che, nel suo discorso a Jackson Hole, Schnabel abbia sottolineato la necessità di agire rapidamente e con decisione per ridurre l’inflazione e domare le relative aspettative. Tutti gli altri fattori come i rischi di recessione passano per ora in secondo piano. Vediamo quindi un aumento di 50 punti base alla riunione dell’8 settembre, nonché lo scenario di un possibile maggiore aumento di 75 punti base. Per il resto dell’anno ci aspettiamo poi aumenti di 50 pb che portino entro fine anno il tasso ufficiale all’1,5%, cioè il livello medio del range stimato del tasso neutrale“.

Un aumento di 75 punti base potrebbe attivare subito il TPI

Oltre al rallentamento della domanda, un rialzo troppo aggressivo potrebbe spingere i Paesi ad alto debito, in particolare l’Italia, verso un improvviso disequilibrio, sia interno che verso gli altri componenti UE, perché gli investitori rivalutano rapidamente la struttura a termine dei tassi di interesse. Si concretizzerebbe dunque il rischio di frammentazione finanziaria, che costringerebbe la BCE a considerare l’attivazione dello scudo anti-spread (TPI).

Inoltre, durante la conferenza stampa la presidente della BCE Christine Lagarde potrebbe annunciare che la fine del reinvestimento dei proventi del portafoglio APP potrebbe arrivare già nelle prossime riunioni di politica monetaria. Questa mossa da falco risulterebbe ancor più difficile da gestire rispetto a un rapido ciclo di rialzi dei tassi per i Paesi ad alto debito come l’Italia. Tuttavia, gli analisti di Barclays non prevedono che la BCE porrà fine ai reinvestimenti di titoli APP in scadenza quest’anno e ai reinvestimenti in PEPP, poiché sono considerati arma prioritaria di difesa contro i rischi di frammentazione.

Infine, gli analisti di Barclays pensano che la BCE si atterrà a un approccio riunione per riunione e non fornirà indicazioni sui futuri aumenti dei tassi. Ciò che è certo è che solo uno stop totale delle esportazioni del gas russo verso l’Europa potrebbe rallentare il ritmo di strette di politica monetaria della BCE.