Prevale la prudenza sulle Borse europee, Pechino si prepara a stringere la cinghia sui tassi
Prevale la prudenza sulle principali piazze continentali. Dopo un avvio in territorio positivo, le Borse europee si muovono in ordine sparso. Parigi sale dello 0,26%. Londra scivola sotto la linea della parità (-0,06%) insieme a Madrid (-0,08%). Francoforte guadagna lo 0,35%. Debole anche Milano con il Ftse Mib che si limita a spuntare +0,07%. Gli incoraggianti dati macro e i tagli fiscali negli Usa che lasciano presagire un miglioramento del clima di fiducia nella principale economia mondiale cedono il passo. Ad offuscare il quadro è l’ipotesi che Pechino aumenti a breve i tassi di interesse per tenere sotto controllo l’inflazione.
Ormai è quasi dato per scontato che Pechino deciderà una nuova stretta del costo del denaro nei prossimi giorni. Lo farà per rimarcare l’impegno del governo a imbrigliare l’inflazione. Secondo indiscrezioni di stampa Pechino potrebbe alzare i tassi di interesse, addirittura prima di lunedì. Il quotidiano China Securities Journal ricordava che la Banca centrale cinese avrebbe preso la consuetudine di alzare i tassi immediatamente prima della diffusione dei dati sui prezzi al consumo, in agenda lunedì. Per questo, molto probabilmente le autorità di politica monetaria del Dragone potrebbero riunirsi nel fine settimana anche per parlare delle mosse del prossimo anno.
Un rialzo dei tassi sarebbe la concreta traduzione di quanto annunciato da Pechino nei giorni scorsi, vale a dire l’abbandono di una posizione “adeguatamente espansiva” nella politica monetaria in favore di una più “prudente” conduzione. Una mossa in tal senso è attesa da tempo e non sarebbe quindi una sorpresa: praticamente tutti gli economisti scommettono ormai da mesi che la Cina stringerà la cinghia prima che si chiuda il 2010. Con questo tarlo nella mente, le Borse asiatiche stanno vivendo una seduta all’insegna dell’incertezza.