Notizie Notizie Italia Prestiti garantiti, Conte attacca le banche. Italiani in attesa, ma in molti casi i soldi non arrivano

Prestiti garantiti, Conte attacca le banche. Italiani in attesa, ma in molti casi i soldi non arrivano

21 Maggio 2020 12:38

“Il sistema bancario può e deve fare di più, in particolare per agevolare i prestiti sostenuti da garanzia pubblica”. Nella sua informativa alla Camera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte se la prende con le banche, in particolare per i ritardi nell’erogazione dei prestiti alle aziende alle prese con la crisi COVID-19. La norma, precisa, “consente di erogare prestiti nel giro di 24 ore“.

MILAN, ITALY – MAY 18: A banner aginst the Italian Prime Minister Giuseppe Conte is displayed during the protest of street workers in Piazza alla Scala against the government’s restrictive measures on May 18, 2020 in Milan, Italy. Italy was the first country to impose a nationwide lockdown to stem the transmission of the Coronavirus (Covid-19), and its restaurants, theaters and many other businesses remain closed. (Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)

“In molti casi sono state rispettate le tempistiche – ha precisato – ma, in tanti casi, questo non sta avvenendo”. Di qui l’ennesimo appello al mondo bancario: le banche si devono “allineare” a quanto stabilito dalla norma, anche perchè “non è tollerabile” mettere in difficoltà attività per la mancata erogazione dei prestiti.

“E’ essenziale che le banche riescano ad allinearsi alle pratiche più efficienti, assicurando la liquidità garantita nei tempi più rapidi. Non possiamo tollerare che le imprese possano sentirsi private del denaro necessario per garantire la continuità economica delle proprie attività, si tratta di una preoccupazione che ho condiviso anche con i presidenti di Confcommercio e Confesercenti”.

I soldi, insomma, staranno arrivando, ma sicuramente non a tutti e non nei tempi previsti. E del grande problema di liquidità parla anche un articolo del Financial Times, che dà voce ai diretti interessati, agli italiani che stanno pagando lo scotto economico dell’emergenza sanitaria.

Tra gli intervistati c’è anche Fabio Trovato che, insieme al suo socio in affari ha riaperto il proprio ristorante a Roma, dopo due mesi di lockdown. Entrambi incrociano le dita, nella speranza che l’economia italiana esca prima o poi dall’incubo della recessione più forte dal Dopoguerra. Ma i tavoli del loro ristorante ‘Cambio’ , situato a Trastevere, non lanciano messaggi rassicuranti. “Nessuno è venuto oggi – ha detto Magliocchetti – Se la situazione non torna alla normalità, saremo costretti a rinunciare al nostro investimento e a iniziare a cercare un nuovo lavoro”.

Il 60% dei nostri clienti è sparito del tutto, visto che erano tutti turisti, e anche la nostra clientela italiana più fedele di certo non se la sente di spendere soldi ora, visto che alcuni di loro hanno anche perso il lavoro”.

Il suo collega Fabio Trovato mette poi in evidenza la vera piaga che ostacola che venga realizzata anche un’umile parvenza di ripresa: l’assenza di finanziamenti da parte delle banche.

“Il nostro premier ha annunciato tante volte ad alta voce che sarebbe stata attivata una potenza di fuoco per aiutare le imprese italiane – ricorda – Poi chiami la banca e ti senti rispondere che non ti daranno i soldi di cui hai bisogno”. Lui e il socio Magliocchetti, a tal proposito, hanno chiesto un prestito di 120.000 euro, ma hanno ottenuto solo 25.000 euro.

La crisi italiana viene spiegata, tra gli esperti intervistati dall’FT, anche da Nicola Nobile, responsabile economista per l’Italia presso Oxford Economics.

“Tutti stanno guardando alla ripresa economica in Italia, ora che il lockdown è stato rimosso. Ma la storia recente ci dimostra che l’Italia ha costantemente fallito nel riuscire a riprendersi da ogni crisi che ha vissuto”.

L’FT, di fatto, ricorda: “Diversamente da altri paesi dell’Eurozona, l’economia italiana non si è mai ripresa dall’ultima crisi, con il Pil rimasto inferiore, su base reale, rispetto ai livelli del 2008, anche prima dell’inizio della pandemia del coronavirus. Il Pil pro capite dell’Italia aggiustato tenendo conto dell’inflazione, un chiaro indicatore del tenore di vita di un paese, rimane più basso del 2000.

Mentre l’Italia ha continuato a languire, Germania, Francia, Spagna e Olanda hanno visto tutte crescere il loro Pil pro-capite.