Prada chiude il 2015 con utili giù del 26% a 330 mln, dividendo stabile a 11 centesimi
Calo a doppia cifra dell’utile di Prada. Il gruppo del lusso guidato da Patrizio Bertelli ha archiviato l’esercizio 2015 (chiuso al 31 gennaio 2016) con un utile netto di 330,9 milioni di euro, in calo di ben il 26% rispetto ai livelli dell’esercizio precedente. L’utile rappresenta il 9,3% dei ricavi consolidati rispetto al 12,7% nel 2014. Come già anticipato a febbraio, i ricavi sono rimasti invece sostanzialmente stabili a a 3.547,8 milioni di euro (dai 3.551,7 milioni nel 2014). L’ebitda si è attestato a 802,8 milioni, con un’incidenza sui ricavi pari al 22,6% dal 26,9% nel 2014. L’EBIT è stato pari a 503 milioni: 14,2% sui ricavi netti (19,8% nel 2014).
Confermata comunque l’entità del dividendo. Il board ha proposto all’Assemblea degli Azionisti, convocata per il prossimo 24 Maggio, la distribuzione di un dividendo di 11 centesimi di euro per azione, invariato rispetto al 2014.
Bene l’Europa, mentre debolezza Cina pesa su vendite asiatiche
Nel dettaglio le vendite wholesale per l’esercizio 2015 sono state Euro 444,6 milioni, (con un calo di euro 88 milioni pari al 16,5% a cambi correnti), essenzialmente a seguito della politica selettiva attuata nel mercato europeo. Le vendite del network retail del Gruppo, che al 31 gennaio 2016 contava 618 DOS, sono cresciute di euro 79 milioni, pari al +2,6% a cambi correnti, del e si sono attestate a Euro 3.059,7 milioni, sostenute dal favorevole andamento dei cambi. Le vendite sul mercato europeo segnano un +5,9% a a cambi correnti e +5% a cambi costanti “favorito anche dall’indebolimento dell’Euro che, particolarmente nella prima parte dell’anno, ha stimolato un consistente flusso di turisti sia asiatici che americani”. Il risultato dell’intera area Asia Pacific segna una flessione pari al 4,4% a cambi correnti e al 16,1% a cambi costanti complice soprattutto la debolezza della domanda cinese.
Nel dettaglio le vendite wholesale per l’esercizio 2015 sono state Euro 444,6 milioni, (con un calo di euro 88 milioni pari al 16,5% a cambi correnti), essenzialmente a seguito della politica selettiva attuata nel mercato europeo. Le vendite del network retail del Gruppo, che al 31 gennaio 2016 contava 618 DOS, sono cresciute di euro 79 milioni, pari al +2,6% a cambi correnti, del e si sono attestate a Euro 3.059,7 milioni, sostenute dal favorevole andamento dei cambi. Le vendite sul mercato europeo segnano un +5,9% a a cambi correnti e +5% a cambi costanti “favorito anche dall’indebolimento dell’Euro che, particolarmente nella prima parte dell’anno, ha stimolato un consistente flusso di turisti sia asiatici che americani”. Il risultato dell’intera area Asia Pacific segna una flessione pari al 4,4% a cambi correnti e al 16,1% a cambi costanti complice soprattutto la debolezza della domanda cinese.
Scenario difficile anche per il 2016
Per l’anno in corso Patrizio Bertelli, Amministratore Delegato di Prada, rimarca come il difficile scenario macroeconomico dovrebbe continuare a pesare sul settore del lusso. “Con questa consapevolezza – sottolinea Bertelli – e nell’intento di garantire al Gruppo margini soddisfacenti, abbiamo messo in atto una profonda revisione di tutti i processi operativi, i cui risultati, in termini di recupero di efficienza e produttività, saranno già visibili nei prossimi mesi”. “Particolare impegno verrà profuso per porre in essere nuove forme e metodologie di comunicazione con le quali sviluppare un rapporto tra i nostri brand e un’audience sempre più vasta, basato su un dialogo permanente e allargato ai vari ambiti dell’universo Prada”, conclude il numero uno del gruppo quotato alla Borsa di Hong Kong.