Pop Bari: manette per Jacobini padre e figlio. Testimonianze chiave: ‘Governava banca con uno sguardo’
“Dopo 30 anni finisce l’era di Marco Jacobini. Parte riassetto storico”: così preannunciava il Sole 24 Ore lo scorso 14 giugno. Il riassetto storico si sarebbe imbattuto, qualche mese dopo, nel commissariamento della principale banca del Mezzogiorno da parte di Bankitalia e, successivamente, in un decreto ad hoc del governo per salvare la nuova platea di risparmiatori italiani che si erano affidati alle ennesime promesse della banca di turno.
Oggi, l’ex patron di Popolare di Bari Marco Jacobini, ex presidente del Cda e amministratore di fatto della Banca Popolare di Bari, e il figlio Gianluca Jacobini, vice direttore generale e direttore generale di fatto dell’istituto, sono finiti in manette.
A entrambi la Guardia di Finanza di Bari ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Agli indagati sono contestati a vario titolo i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.
L’ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari Vincenzo De Bustis Figarola è stato invece interdetto a esercitare per 12 mesi l’attività di dirigente di istituti bancari e di uffici direttivi di imprese. De Bustis risponde di un episodio di falso in bilancio e di falso in prospetto.
Agli arresti domiciliari anche Elia Circelli, ex responsabile della Funzione bilancio e amministrazione della Direzione operations.
In tutto sono dieci gli indagati a cui sono stati contestati, ricorda il quotidiano La Repubblica, 13 episodi di falso in bilancio, commessi negli anni tra il 2014 e il 2018, un episodio di falso in prospetto relativo alla vendita delle azioni; sei di ostacolo alla vigilanza, ai danni di Consob e Banca d’Italia; maltrattamenti e estorsioni nei confronti di Luca Sabetta, ex chief risk officer, il whistleblower di questa vicenda, che il crac aveva avvistato per primo e per questo, dopo essere stato mobbizzato, aveva deciso di collaborare con la Procura.
La Repubblica spiega come determinante sia stata la sua testimonianza, insieme a un’altra arrivata dal manager Benedetto Maggi. “Il manager, all’epoca vice responsabile della Direzione crediti, il 17 dicembre 2019, di fronte ai pubblici ministeri, conferma infatti come gli Jacobini continuassero a controllare ogni scelta della banca nonostante avessero formalmente perso ogni carica. Anche dopo, dunque, l’estate del 2019, quando l’allora governo giallo-verde si era speso perchè il management facesse un passo indietro, consegnando la guida della banca a Vincenzo De Bustis. E a un nuovo presidente: il professor Gianvito Giannelli, nipote di Marco Jacobini”.”Marco governava la banca con uno sguardo”, ha raccontato Maggi agli investigatori, sempre stando a quanto riportato dal quotidiano.
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Scottanti rivelazioni sulla gestione della Popolare di Bari da parte del patron storico Jacobini erano arrivate anche durante l’estate, quando sempre La Repubblica aveva raccontanto la gestione dissennata dell’istituto, che ha messo a rischio migliaia di risparmiatori complici fidi milionari scoperti concessi, senza alcuna garanzia, ad aziende a un passo dal baratro. Ma anche prestiti a imprenditori, a condizione che una parte fossero destinati all’acquisto di azioni della stessa banca. Di bilanci manipolati e documenti nascosti agli organi di vigilanza. Di prodotti finanziari ad alto rischio venduti a risparmiatori ignari.
Così l’UNC (Unione nazionale dei Consumatori) commenta l’arresto di Jacobini padre e figlio in una nota:
“La Guardia di Finanza di Bari ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, contestando a vario titolo i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. Prendiamo atto dell’arresto degli Jacobini, ma che non siano considerati gli unici capri espiatori. Le responsabilità, infatti, vanno cercate anche verso altri soggetti. Non deve ripetersi quanto accaduto nelle altre banche fallite“, ha detto l’avv. Corrado Canafoglia, responsabile dell’Ufficio legale dell’Unione Nazionale Consumatori. “Chiediamo che le indagini proseguano a 360 gradi e che si guardi anche verso gli organi di controllo”, ha concluso Canafoglia.