Piquadro, conto alla rovescia per l’arrivo sull’Expandi
Il segmento Expandi di Borsa italiana è pronto a fare spazio a una nuova matricola. Si tratta di Piquadro, la cui offerta pubblica di vendita, con il relativo appuntamento milanese del roadshow, ha preso il via quest’oggi per terminare il 19 ottobre. La forchetta di quotazione è indicata tra un valore minimo di 2,1 euro e un massimo di 2,3 euro per azione e corrisponde a un intervallo di capitalizzazione tra 105 e 115 milioni di euro. Entro il 23 ottobre sarà comunicato il prezzo definitivo di offerta, mentre il pagamento delle azioni e l’inizio previsto delle negoziazioni sono in calendario per il 25 ottobre.
L’offerta pubblica globale di vendita è rivolta per un 10% massimo agli investitori retail e per un 90% massimo agli istituzionali e prevede anche la concessione da parte dell’azionista venditore al coordinatore dell’offerta (global coordinator, sole bookrunner, listing partner, specialista e responsabile del collocamento è Mediobanca, ndr) della cosiddetta opzione “greenshoe” per l’acquisto di massimi 2,8 milioni di azioni, pari al 15% circa del numero di azioni oggetto dell’offerta.
L’offerta pubblica globale riguarda 15,22 milioni di azioni, pari a circa il 30,44% del capitale della società quotanda, messe in vendita dall’azionista venditore, Piquadro holding, che controlla al 100% Piquadro spa. In particolare, a uscire dal capitale della società attiva nella ideazione, produzione e distribuzione di articoli di pelletteria sarà il fondo Bnl investire impresa, entrato nel 2005 con il 35% di Piquadro holding per sostituire il precedente fondo, Development capital.
In effetti tra le motivazioni legate all’Ipo elencate dal presidente e amministratore delegato di Piquadro, Marco Palmieri, c’è anche quella di permettere a Bnl investire impresa di uscire dall’azionariato, anche perché “la logica di investimento dei fondi è in una ottica di 3-5 anni, mentre la mia famiglia (che detiene il restante 65% di Piquadro holding, ndr) ragiona in una ottica di lungo termine e per questo non vende neanche una azione, perché crede nel business”.
Tra gli altri obiettivi di Piquadro legati alla quotazione c’è anche la volontà di ottenere una notorietà internazionale grazie a un posizionamento sui mercati chiave “nel rispetto della generazione di cassa e continuando sulla strada della ideazione di nuovi prodotti”. Tra questi ultimi la società di Silla di Gaggio Montano, in provincia di Bologna, si sta focalizzando, dopo un primo periodo di difficoltà, sulle borse da donna, mercato su cui “dovrebbe essere stata individuata la nostra via estetico-funzionale”. Un altro mercato su cui Piquadro punta a rafforzarsi è quello degli articoli da viaggio, che “richiede un know-how tecnico molto elevato, ecco perché abbiamo già investito e continuiamo a investire molto in questo settore”.
Per incentivare il management a proseguire sulla strada della innovazione e della crescita, Palmieri ha spiegato che è recentemente stato deliberato un aumento di capitale pari al 5% a servizio del piano di stock option. Inoltre, rispondendo alla domanda di un giornalista, il direttore finanziario, Roberto Trotta, ha fatto sapere che il pay-out ratio per il futuro è previsto intorno al 50% dell’utile conseguito. Piquadro ha archiviato l’ultimo esercizio, su cui è calato il sipario lo scorso 31 marzo, con un utile di 5,32 milioni di euro, rispetto ai 3,06 milioni dell’analogo periodo dell’anno prima. L’Ebitda è invece quasi raddoppiato, passando da 5,91 a 10,73 milioni di euro, mentre il fatturato si è attestato a 35,74 milioni dai 23,57 milioni dell’esercizio chiuso al 31 marzo del 2006.